EZRA IN GABBIA
Il caso Ezra Pound
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Al centro del palcoscenico una gabbia. Quella dove fu rinchiuso Ezra Pound, 60enne, nel campo di prigionia dell’esercito americano di Metàto, presso Pisa (Disciplinary Training Center of the Mediterranean Theater of Operations).
Pound rimase per 25 giorni, nell’estate del 1945, giorno e notte, in una gabbia di rete metallica, un tetto di lamiera ed il pavimento in cemento, esposta alle intemperie e illuminate costantemente durante la notte. Con quella gabbia iniziarono 12 anni e 11 mesi di reclusione in manicomio criminale ai quali il governo americano costrinse quello che è stato non solo il poeta più influente del ventesimo secolo, ma un maestro di pensiero, un ecologista, che ha proposto una sorta di bioeconomia, per un progresso rispettoso dei ritmi vitali e biologici e un economista che ha anticipato il pensiero d’una decrescita felice. Fu liberato nel 1958. Da allora il silenzio ha accompagnato i suoi ultimi anni di vita. Ora dopo 60 anni é “tornato”, per chiedere agli spettatori di giudicarlo, per avere quel processo che non ha avuto… è finito il tempus tacendi.
SKU: | 978-88-99514-89-1 |
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Category: | Teatro |
Anno | 2018 |
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Autore | |
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CON LE TUE LABBRA SENZA DIRLO
Con le tue labbra senza dirlo è il monologo tragicomico di un giovane autore/attore che approfitta del palco per confessare tutta la sua arroganza. L’arroganza di un amore, profondo, viscerale, che si traduce in un gioco di maschere in cui la parola passa senza distinzione dall’autore all’attore, in un continuo rimescolamento delle parti. Quale migliore alchimia per esprimere, all’esordio, tutto il proprio amore per il teatro?! Amore arrogante, che restituisce, di riflesso, l’arroganza della sfida che il teatro lancia a quanti vogliono calcarne le scene. Da qui la galleria di personaggi con cui impatta il giovane autore ai primi passi – dalla famiglia, al parroco, ai baroni dell’arte.
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FIORA – DIALOGO IN ASSENZA DI TORQUATO
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Tuttora Fiora di tutto questo rimane emblema. Appunto Cvijeta, Antos, Fiore, Bellezza. Con il Patrocinio di: Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università degli Studi della Calabria – Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale dell’Istituto Universitario Orientale dell’ Università di Napoli – Centro Internazionale delle Università Croate di Dubrovnik – Istituto Italiano di Cultura di Zagabria -
WAKEFIELD, L’UOMO CHE VOLÒ OLTRE SE STESSO
“Wakefield” è una novella di Hawthorne che narra di un uomo determinato a guardare la propria vita dal di fuori.
Per farlo, il protagonista abbandona la famiglia prendendo alloggio nella stanza di una pensione che fronteggia la casa da cui è venuto via, e qui rimane per una ventina d’anni sino al giorno in cui decide di riattraversare la strada e ritornare dalla moglie (ormai spenta da una vedovanza ritenuta certa) con l’intenzione di riavviare il ménage di un tempo come se nulla fosse accaduto.
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Cvijeta Zuzorić (quasi una fantasia)
Nel dramma di Matko Srsen il vuoto, l’atto della lettura impossibile di qualcosa scritto da Cvijeta, incontra l’ipotesi di una scrittura possibile di Cvijeta, indicatori che favoriscono l’attivazione della reazione libro/lettore diventando indispensabili per l’incontra. E l’incontro fra Mara e Cviieta, nell’opera di Srsen, avviene nell’altro mondo, in una sala che rieccheggia di vuoto della villa Gozze di Trsteno. Il vuoto di Srsen è contrapposto ai dialoghi di Gozze in cui le due amiche filosofavano presso un ruscelletto, tra profumi della natura che facevano da cornice naturale a ‘due fiori’ del gentil sesso. Nella visio drammaturgica di Srsen le due amiche non sono più creature ospitate da un giardino che partecipano al fluire misterioso della vita, bensì due entità puramente spirituali, svuotate dal loro essere fisico, che dialogano su quanto nella loro vita reale, e nella storia in cui si inscrivono le loro biografie, è rimasto sottaciuto, colmabile unicamente con l’immaginazione artistica.
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