ABBECEDARIO DEL BOSCO
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L’erotismo del bosco. L’arte di essere bosco. Biancaneve rimasta sola in città ad aspettare, Vulcano che si esercita a divenire fabbro, la Montagna che s’avvia giù in basso a prendere la metropolitana. L’abbecedario del bosco è un libro di versi nuovi e sorprendenti che molto dicono di tutti noi.
In esergo al volume i versi di Emily Dickinson: “il grazioso popolo dei boschi / mi riceve cordialmente, /i ruscelli ridono più forte quando arrivo”. Ma sarà vero? – si chiede Matilde Tortora in questo suo nuovo libro che riserva ai lettori sorprese a ogni pie’ sospinto, per come la poeta sa condurci nel “bosco” con versi bellissimi, originali e sapientemente costruiti, non a caso Ella ha all’attivo anche diversi libri di poesie pubblicati negli anni e prestigiosi premi di poesia ottenuti.
Matilde Tortora è poeta, scrittrice e saggista, ha pubblicato molti libri, alcuni tradotti anche in altre lingue. Nel 2000 è stata insignita del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In copertina: “Nel cerchio del ponte” opera di Gisella Meo, fotografia, acetato trasparente, filo, su tavoletta 29,6 x 20,9, anno 2021, per gentile concessione dell’artista.
SKU: | 979-12-80419-28-6 |
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Category: | Poesia |
Anno | 2022 |
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Autore | |
Formato |
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LA VITA DI UN PAESE ATTRAVERSO LA POESIA DI GINO BLOISE
Un grande testimone del dialetto locale cassanese è stato ed è tuttora il prof. Gino Bloise che, attraverso le sue poesie scritte in dialetto, ha saputo esprimere sentimenti e stati d’animo, non solo, suoi, ma anche e soprattutto quelli corrispondenti ad un’intera civiltà; creano, quindi, un binomio tra modernità e tradizione nella sua mente. Studiare il dialetto significa coprire le nostre origini e la nostra identità. Ed è per questo bisogno di conoscersi e porsi come individui della storia che i giovani della II B, coordinati dal prof. Concistré, hanno scelto di misurarsi con un momento significativo della storia del proprio Paese, ricostruito attraverso la poesia di Gino Bloise.
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CORPI REDENTI BILINGUE: ITALIANO E SPAGNOLO
TOMÁS SCUSCERIA MUFFATTI, che vive a Roma dal 1984, fu considerato in gioventù una promessa della poesia religiosa nella sua terra natale, Argentina, da scrittori dell’importanza di Jorge Luis Borges, Ernesto Sabato, Ulises Petit de Murat, Atilio Betti e Carlos Urquía, e in America Latina dai grandi poeti Ernesto Cardenal (Nicaragua) e Nicanor Parra (Chile).
Definito “poeta della gestualità di Dio nella donna attraverso il carattere sacro e appassionato dell’esistenza quotidiana”, Tomás Scusceria Muffatti torna a manifestare in Corpi redenti quella forte sensualità che permise d’intravedere in lui una voce differente nel panorama della poesia religiosa. Corpi redenti sono frammenti di un itinerario d’amore che è veramente umano e, allo stesso tempo eterno, poiché si incarna. Infatti, solo incarnandosi si può sperare la gloria della risurrezione. Incarnarsi significa, quindi, incontrarsi con l’altro, vivere e morire per lui giorno dopo giorno nei suoi gesti e nelle sue parole. Questa alleanza è la garanzia che recupereremo,
nell’eternità, ogni gesto d’amore con cui abbiamo illuminato la terra. -
AI CONFINI DELL’ANIMA
Le poesie di Anna: belle, struggenti, piene d’amore, di sagezza, d’intelligenza, di luccicanza, di quella semplicità tipica di tutti coloro che sanno toccare l’anima
perchè un’entità superiore ha toccato la loro.
Descrivere i pensieri che Anna sa, mirabilmente, tradurre in parole su fogli di carta, non è pensabile. Non è credibile. Non è fattibile. Farlo sarebbe pura presunzione.
Si possono, forse, descrivere gli stati d’animo degli eletti? Dei privilegiati?
Dei cultori dello spirito?
Io, personalmente non lo so fare. So dire soltanto, e in verità, che a volte, dopo una giornata in cui ho conosciuto l’aridità e l’avidità dell’uomo, spesso, mi rifugio nelle parol di questa donno del profondo sud che sa portare un po’di sole nella mia anima ferita e provata. Poi spengo la luce. E dormo sognando. Come quand’ero bimbo e sentivo, vicino, l’alito rassicurante di mia madre. -
LA POESIA IN VERNACOLO DI GINO BLOISE
In questo libro si riprende la poesia in vernacolo cassanese di un grande uomo politico e di cultura quali è stato Gino Bloise.
Con questo libro vogliamo rendere omaggio ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, ad un uomo che si è fortemente distinto, per volontà ed impegno nel campo della scuola, nel campo della politica, dove si è sempre schierato dalla parte della classe lavoratrice, e nel campo della cultura, dove ha spaziato in lungo e in largo, dal giornalismo alla saggistica, alla critica, alla poesia ed in particolar modo alla poesia in vernacolo cassanese. -
PREGHIERE DELLA PACE MONASTICA
Il libro Preghiere della pace monastica si pubblica per la prima volta in Italia. Il suo autore, il poeta argentino Tomàs Scusceria Muffatti, lo dedicò da giovane —aveva diciannove anni— a Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, in segno di gratitudine e affetto. Tomàs conobbe Jorge durante gli ultimi anni del liceo. Voleva diventare gesuita perché ammirava la formazione intellettuale e la preparazione culturale dei sacerdoti della Compagnia di Gesù.
El libro Oraciones de la paz monastica se publica por primera vez en Italia. Su autor, el poeta argentino Tomàs Scusceria Muffatti, lo dedicó de joven —tenia diecinueve arios— a Jorge Mario Bergoglio, el Papa Francisco, en signo de gratitud y afecto. Tomàs conoció a Jorge durante los últimos arios de la escuela secundaria. Quería convertirse en jesuita porque admiraba la formación intelectual y la preparación cultural de los sacerdotes de la Comparila de Jesús.
TEATRO 60
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TI SUONO LE MIE DITA
PER MANO SOLA[…] La vita di Suzana, la vita di ciascuno di noi, ognuno di noi un poeta nella sua vita, costruttore di pezzi da mettere su due piatti di bilancia per poi stare a guardare. Raccolgo i cocci della mia anima, dice la Glavaš; raccogliamo i nostri. Il Male è forte, il Bene è forte e si chiede chi dei due la condurrà alla morte. Facciamo altrettanto. La parola dono la riporta alla parola perdono. E ci chiediamo per chi, perché, ma ce lo chiediamo. Condivisione. Questo chiede e questo chiediamo, tutte le volte che ancora abbiamo la sana abitudine di sfogliare pagine di carta, accoccolati, acconchigliati, come lei dice, disposti ad accogliere poesia. Il poeta provvede a calarci in un abisso in cui trovare luce, ma dobbiamo lasciarci condurre e non pensare che non c’è tempo, non c’è spazio, non c’è vita e natura. Ed è a questo punto che la Glavaš ci ricorda che c’era una volta un Re Signore, che non sapeva odorare i fiori, che non aveva nessuno che gli raccontasse una Favola e forse anche per questo i suoi occhi non avevano luce. E senza luce non c’è meta. La favola del Re Signore è apodittica e svela il senso profondo della poesia. Il senso è si direbbe la necessità del verso. La favola in versi è una ballata col suo ritornello, un rondò, una musica antica. […]
Dalla Prefazione di Maria Gabriella Mariani, pianista compositrice scrittrice
[…] Più silenzi che parole, Suzana parla da nessun luogo, si nasconde agli uomini: dall’oscurità che l’avvolge emerge un brandello del suo animo che descrive la morte come un quadro di Arnold Böcklin. L’Universo vive il tempo di un rimbalzo, che a noi umani appare invece un tempo eterno: un breve abbraccio giustifica la vita, un abbraccio è eterno. Si vive solo di relazione e nella brevità di quei tocchi di pianoforte vi sono le lacrime d’amore o d’amarezza di Suzana. Dice Flaiano, con sarcasmo, che l’Italiano è una lingua parlata dai doppiatori: Suzana Glavaš, Croata, conosce le virtù musicali dell’Italiano meglio di un madrelingua. “L’Arte sentita è una specie di malattia, stato d’animo d’eccezione, sovraeccitazione di ogni fibra, d’ogni attimo”. Così Giacomo Puccini.
È questo il mare increspato di Suzana Glavaš.Dall’Introduzione di Luca Signorini, violoncellista compositore scrittore
Curatele e traduzioni di Suzana Glavaš per la Mongolfiera Editrice e Spettacoli:
Fiora. Dialogo in assenza di Torquato/Cvijeta. Dijalog bez Torquata, dramma, atto unico, edizione in italiano e croato, di Matilde Tortora (cura e traduzione in croato, 2000);
Rebecca nel profondo dell’anima, romanzo sulla violoncellista Rebecca Levi prima durante e dopo la Shoah in Croazia, di Jasminka Domaš (cura e traduzione in italiano, 2000);
Sonetti d’amore (Nuove Versioni)/Zvonjelice ljuvene (Novi prepjevi), per i settecento anni dalla nascita di Francesco Petrarca, edizione in italiano e croato, di Mirko Tomasović (cura e traduzione in italiano, 2003);
Cvijeta Zuzorić/Fiora Zuzzeri quasi una fantasia, dramma, atto unico, rivisitazione contemporanea di due letterate amiche del Rinascimento croato, di Matko Sršen (cura e traduzione in italiano, 2008). -
SONETTI D’AMORE
Quindici autori parlano del Petrarca nella loro lingua materna e sono tradotti con testo a fronte in italiano.
La prima edizione del presente volume, dallo stesso titolo e sottotitolo, è apparsa nel 1997. Dalla sua pubblicazione ad oggi ne sono rimaste solo poche copie,
dato per me sorprendente.
Questo particolare mi ha sollecitato a farne uscire una nuova edizione, considerevolmente ampliata per la quantità di sonetti tradotti (prima ve ne erano 40 ed ora invece 55), in cui sono stati inclusi altri quattro poeti ed una postfazione riveduta ed accresciuta (dal libro osservazioni dell’autore).
Gli editori e l’autore dedicano questo libro al settimo centenario della nascita di Francesco Petrarca (1304-2004) -
TOCCHI DI TINTA
Li scioglie o li annoda i nodi una penna?
La Poesia è un nodo da sciogliere?
Nella prima parte di questa raccolta di poesie c’è come una germinazione, s’impollinano piccole gemme, si adombrano coste, cinture, cerniere.
Nella seconda si dichiarano come ad un doganiere esigente le Impronte di cui si è fatti (le impronte del trucco, dei sogni, le impronte genetiche, le impronte della storia ovvero di chi è stata bambina negli anni Cinquanta).
Nella terza e ultima parte, infine, si assume un Corpo e le parole per dirlo e, dunque, lavarsi, pettinarsi, calzarsi, foggiarsi e foggiare, infine raccontarsi.
Queste poesie hanno dato corpo nel 1990 all’omonimo Video di Poesia prodotto dal Centro Radio Televisivo dell’Università della Calabria, vincitore assoluto in quell’anno stesso del Premio Internazionale “Nosside” di Poesia in video.