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LE ALICI, VANNO IN BRANCO
Durante gli anni dell’accademia di teatro, un allievo (Antonio Coppola) si rende conto della preziosità delle frasi continuamente pronunciate dal suo maestro di recitazione (Ennio Coltorti). Comincia ad annotarle, notando ben presto che la maggior parte di esse insegnano profondamente l’arte del mestiere dell’attore ma allo stesso tempo hanno valore per la vita in generale. Un giorno l’insegnante ne pronuncia una molto divertente, associandole un concetto più che emblematico di tutto un insegnamento; così l’allievo decide di raccogliere tutto e fargli una sorpresa.
La frase era: “Le Alici, vanno in branco”. -
ANEDDOTI AL RISTORANTE DOPO LO SPETTACOLO
Il titolo, “Aneddoti al ristorante”, è riduttivo. C’è ben altro in questo libro di Marco Parodi che mette insieme, recita dopo recita, le chiacchiere, i pettegolezzi, le gaffes, le descrizioni di volta in volta divertenti, commosse e pungenti dei mille commensali con cui, per quarantacinque anni, ha diviso la tavola. C’è la ricerca, ostinata e a tratti amara, di un tempo perduto, di un mondo che non c’è più: quella “vita orribile composta da infiniti quarti d’ora meravigliosi” che l’autore, nell’epigrafe affidata alle parole della grande Sarah Ferrati, intende celebrare. Non c’è più quel teatro, fatto di tournée che duravano mesi, da settembre a giugno, e spesso si concludevano proprio in Sardegna, dove Parodi ha scelto molti anni fa di vivere, e di continuare a fare il suo mestiere. Era un titolo in cartellone, allora, il teatro, ed era anche una continua ricerca di alberghi, di camerini sufficientemente comodi, di ristoranti giusti. Era un ritrovarsi tutti. Amici e nemici, complici e antagonisti, amanti e coniugi ufficiali (arrivavano il fine settimana, a scompigliare posti a tavola ed emozioni).
Pettegolezzi, segreti inconfessabili (e confessatissimi), sospetti, debolezze, avarizie, gelosie. Era un teatro nel teatro. Lo è – un teatro nel teatro del teatro – in questa serie di aneddoti che Parodi inanella con feroce eleganza. Mettendo i suoi lettori nella divertita condizione di guardare dal buco della serratura, senza sentirsi troppo indiscreti. Ma anche concedendo loro di salire in palcoscenico, prima di cena.Nota di Maria Paola Masala