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A SUD DELLA MIA ANIMA
Viaggiatore attento e fotografo raffinato, Renato Pagliaro si fa anche narratore, ordinando “a specchio” immagini straordinariamente dense ed efficaci e narrazione scritta. Ne risulta una descrizione duplice di un suo reiterato percorso, che lo conduce in forma circolare da Morano Calabro alle città latinoamericane – Salvador da Bahia, Rio de Janeiro, Porto Alegre, Montevideo, Buenos Aires – e da queste di nuovo a Morano. Il viaggio diviene autobiografia e reportage, documentazione e fiction ad un tempo.
Il libro si presta ad una lettura molteplice ed attesta in maniera esemplare, muovendosi agilmente tra dimensione
privata, memoria storica e invenzione artistica, quanto sia preziosa e vitale per l’autore una duplice identità “calabro
latinoamericana”. È più che mai importante conservare e valorizzare questa molteplicità e questa apertura al mondo, in tempi in cui anche Morano e la Calabria sì trovano a ricevere per la prima volta gli immigrati da molti sud del pianeta.Vittorio Cappelli
A metà tra reportage giornalistico e racconto di una discesa nella propria anima. Il viaggio di Renato Pagliaro collega i Sud e le profondità del mondo nell’incontro di sguardi e di mani. Un’esperienza vissuta e narrata con immagini e parole.
Bernardino Cozza
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NELLE ALTRE AMERICHE
Lungo l’interminabile perimetro dell’America Latina si dispongono a est i Paesi che accolsero le grandi ondate dell’emigrazione transoceanica: il brasile, l’argentina e il piccolo Uruguay, affacciati sull’Atlantico per migliaia di chilometri. Sul versante opposto, oltre le Ande, lungo le coste del Pacifico, e a nord, sulle coste del mar dei Caraibi, si dispongono i Paesi di un”altra America”, un America “minore”, più distante e appartata per gli europei e gli italiani tra Otto e Novecento: Cile, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, i piccoli Paesi istmici (da Panama e Costa Rica al Guatemala), Cuba e Santo Domingo, le più grandi isole delle Antille.
Dal Gran fiume dell’emigrazione transoceanica si diramarono più o meno piccole correnti migratorie anche verso questi Paesi, talora spegnendosi in territori vastissimi fino a sciogliersi tra le popolazioni locali, talaltra definendosi e sviluppandosi durevolmente fino a costituire sezioni significative delle società locali, contribuendo spesso a definirne l’identità odierna. Pur rimanendo assai distante dai grandi numeri dei flussi migratori diretti in Argentina e Brasile, questa parte dell’emigrazione non può essere ignorata, perchè presenta molteplici ragioni d’interesse e, qualche volta, peculiarità straordinarie. In pura forma enumerativa si possono indicare: la consistenza di sbocchi sociali medio-alti; il prevalente carattere definitivo dell’emigrazione e la connessa e larga presenza femminile; una particolare vivacità associativa degl’immigrati e la presenza, in qualche caso, di una componente politica socialista e antifascista, intrecciata alle catene parentali e paesane. Complessivamente, l’emigrazione italiana in quest”altra America” costituisce la periferia variegata e molteplice del fenomeno migratorio tra il XIX e il XX secolo. All’estremo sud (Cile) e all’estremo nord (Venezuela) del subcontinente si situano forse i casi più cospicui, rispettivamente nel primo Novecento e nel secondo dopoguerra, ma è il caso di descrivere sinteticamente le vicende dell’immigrazione nei vari Paesi, anche per sottolineare la complessità storico-sociale e geografica di quest’emigrazione “altra”.