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SCANZANO IONICO
I giorni della rivoltaCome credere che un governo volesse trasformare un giardino d’aranci in un cimitero di scorie radioattive.
“Come sarà il nostro futuro, se è lecito immaginarne uno?” Questo è l’interrogativo che si pone la giovane autrice di questo piccolo libro, che ha partecipato in prima persona ai “Giorni della Rivolta” di Scanzano Jonico fra il 13 e il 27 novembre del 2003, per impedire che la Terra Lucana diventasse sede di un deposito di scorie radioattive. La rivolta lucana non è stata una comune protesta, ma ha rappresentato la rinascita di un’intera popolazione, un evento non solo politico ma civile e culturale per il Mezzogiorno. L’esempio di Scanzano per questo “vuole essere una storia di uomini e donne uniti e mossi da un profondo amore per la vita e per la propria terra.” Qui, Simona Ianuzziello, racconta, senza enfasi ma con lucidità, gli stati
d’animo, i pensieri, la rabbia, i progetti, che un popolo in piedi si è voluto dare nei giorni della rivolta.
Scrive l’autrice: “Tutti abbiamo bisogno di credere, sperare e sognare per costruire il nostro futuro e nessun uomo ha il diritto o la facoltà di privare gli altri dei propri sogni e delle proprie speranze.” -
IL CIELO SOPRA BAGHDAD
Diario di un viaggio in IraqCi vengono incontro per non essere lasciati soli questi bambini di Baghdad. Per dire che ci sono. Ci sono per essere vivi. Ci chiedono di non essere uccisi da bombe e missili.
Ci chiedono un futuro dentro al mondo perché è del mondo che sono parte. Figli di padri e di madri con le mammelle della speranza prosciugate.
Padri, madri, figli. Orfani. Diseredati dal mondo. Sento che è la loro grazia che mi assale. Questa è la magnifica verità che da lontano sospettavo e che ora mi danza intorno: gioia che si veste di oscura tragedia; fuoco di vita che vuole esser vivo, liberarsi dall’ombra della morte: nel giorno prima… delle mille e mille e una notte su Baghdad.
Sto fermo, irrigidito nella dolcezza di questa magnifica allegria, mentre Beppe scatta, dribbla, gioca con la folla dei bambini, scalciando una palla di stracci, si porta dietro tutte quelle voci squillanti – Totti! Baggio! Baggio! Totti! – Tutto e tutti intorno si muovono, partecipano con entusiasmo, muovono le gambe, si lanciano insieme nel gioco tramenando all’unisono da una parte all’altra dello spiazzo, tagliando l’aria con le grida, roteando nella polvere generosi, in una gioia finalmente esplosa, si chiamano fra loro: Ruha, Zuabi, Labadi, Whaib, Saad, Gazy, Hamidai, Mohadi, Oudah, Sahli… -
DIARIO DI VIAGGIO IN AMERICA
Tra fondamentalismo e guerraAmo questa città, questo paese. Sono tanti i ricordi disseminati negli anni, gli amici, i luoghi, gli affetti che lascio dietro di me. Più ancora, lascio una parte di me. Ma lascio anche un clima di irrazionale paura, pericolose manipolazioni d’opinione e d’informazione, impensati raggruppamenti di potere che si giocano il mondo, un vacillare nell’immaginario apocalittico. (…) Che fare? Intanto, riuscire a spiegare un certo numero di cose a quanti non vogliono capire e, nel contempo, controbattere all’antiamericanismo epidermico testimoniando su un’altra America. A modo mio, ho cercato di farlo ad ogni passo del mio viaggio e seguendo il filo degli eventi. So che affrontando la questione del fondamentalismo americano, e dei suoi risvolti, i miei appunti rischiano invece di mettere in risalto un tutt’altro aspetto. Ma, è proprio tacendo che tradirei l’America della ragione, quella che conosco e rispetto. E tradirei tutti quanti potrebbero essere, e sono, minacciati dal suo oscurarsi sotto il peso di una infinita geo-strategia della possenza.
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UN ANNO IN DIVISA (diario)
Il libro descrive la vita trascorsa dall’autore durante il suo servizio militare obbligatorio, ne consegue una esperienza nettamente negativa, la struttura militare è una scuola di violenza e di diseducazione e che il militarismo è uno degli aspetti della società violenta ed autoritaria che si definisce civile e democratica.