Rivoluzione e Politica in Amadeo Bordiga
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Lo studio della figura del comunista napoletano Amedeo Bordiga diverso dalla storiografia “ufficiale” anche di storiografi della sinistra italiana. Emerge una nuova figura rivoluzionaria di Bordiga sia a livello nazionale che internazionale.
SKU: | 978-88-96254-77-6 |
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Category: | Saggi |
Anno | 2014 |
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Note sulla dialettica Karl Marx: dall’Idealismo al Materialismo
La ricerca proposta dall’autore riprende percorsi teorici quasi archiviati dalla storia, ma ciò è quanto appare in superficie, in quanto il presente non ha ancora superato Marx che, quindi è ben lontano dall’essere scaduto e residuo del passato ormai condannato a non avere più futuro.
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DORIA UN VIAGGIO NEL PASSATO
(Cenni Storici e Tradizioni)“Un viaggio appassionato nel passato di Doria fatto da uno studioso che ha richiamato alla memoria dei suoi concittadini storia e tradizioni locali dal 1870 ai nostri giorni. Nell’esporre alcuni argomenti l’autore li ha inserito, forse per maggiore chiarezza, nel contesto storico che abbraccia diversi secoli. Pertanto ha fatto ricorso ad eventi di natura militare e religiosa, collegati fra loro e con gli argomenti da una interdipendenza e da un chiaro nesso logico. È un lavoro che apre spiragli ad ulteriori ricerche”.
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FILOSOFIA E RIVOLUZIONE IN GIORDANO BRUNO
A ragione Bruno può essere definito il grande filosofo martire non solo della nostra Rinascenza ma anche di quella europea.
Quando Giovanni Gentile si ricollegava, senza alcuna ombra di dubbio, a Bertrando Spaventa e alla sua valorizzazione del Rinascimento, sia nei confronti della scolastica che nei confronti della filosofia Europea del ‘600, lo faceva per sottolineare il ruolo del pensiero bruniano nel Rinascimento italiano e della centralità di questo nel panorama culturale dell’Europa di quel tempo.
Ma in tal senso è corretto rilevare come Gentile, proprio su questi argomenti, ebbe un lungo confronto con un altro grande studioso di questioni bruniane, Felice Tocco; Giovanni Gentile lavorò a lungo tra il 1907- 1908 proprio sui Dialoghi Bruniani, circostanziandoli fra l’altro di notizie a proposito della vita del Nolano.
E sarà proprio con il Tocco e con Rodolfo Mondolfo che il Gentile discuterà a lungo a proposito dell’arduo problema dell’unità del pensiero bruniano, dei suoi molteplici intrecci dei temi e degli sviluppi, nonché della varietà delle fonti, classiche, medioevali e contemporanee, manifestando così una profonda insoddisfazione rispetto ad alcune tesi a volte estrinseche e ingiustificate.
Gentile mostrò, d unque, di aver ben compreso la lezione ‘filologica’ proposta dal Tocco, una lezione, la sua, volta a proiettare la filosofia del Rinascimento fuori dalle formule astratte in cui rischiava, a volte, di cadere la tradizione risorgimentale spaventiana.
Infatti, stando a questa tradizione vi è un privilegiare di Bruno “martire” della liberazione del pensiero umano, ma non molto di più, in realtà lo sforzo della storiografia post- risorgimentale è stato quello di una comprensione più profonda delle radici delle filosofie naturalistiche di Bruno e di Campanella. Il platonismo Rinascimentale, figlio dell’Umanesimo, e di cui Bruno è un grande interprete, dice il Gentile, ha permesso la produzione delle grandi sintesi di Spinosa e di Leibniz, un platonismo che ha avuto il compito di far voltare le spalle al medioevo, dando luogo ad un nuovo orizzonte, ad un orizzonte decisamente più ampio, ad un orizzonte dove si è passati dalla divinità della natura alla intrinseca divinità dell’uomo, inculcando perciò in costui il “sentimento” della sua potenza, dell’infinito che è in grado di raccogliere nel ‘petto’ dell’uomo, l’identità sostanziale della sua anima con l’anima e con la vita del tutto.
Il pensiero bruniano però va oltre questa consolidata interpretazione e collocazione, in Bruno, infatti, c’è ben altro, c’è la critica al pensiero scolastico medioevale ed anche al pensiero del seicento europeo, pensiero tutto teso a stabilire i grandi blocchi concettuali funzionali alla società borghese.
La rottura, dunque, nella proposta filosofica bruniana, del tempo cronologico, una dilatazione temporale, Jetz, in nome di una “nuova concezione” teoretica – politica di liberazione che lo collega alla grande proposta della”libertà comunista
Per questo il titolo del presente lavoro,”Filosofia e rivoluzione in Giordano Bruno. Religione, Etica e Materialismo”, ed anche in questo l’esame di alcuni nodi fondamentali della rivoluzionaria proposta filosofica del Nolano. -
Joyce nube ornatissima
La ricerca della genesi e del senso della vita individuale nell’orizzonte costituito dal mondo e dagli altri io rappresenta il Leitmotiv del romanzo-saggio Joyce nube ornatissima di Giuseppe Claudio Rizzo. I mutevoli protagonisti, tra cui Irma alias Bianca Maria, Rudy, Joyce alias Giuseppe Claudio Rizzo, intrecciano pura percezione sensoriale a impressioni immediate e contraddittorie nelle loro esperienze di alterità vissute mediante la funzione narrativa, che permette lo scambio di esperienze e informazioni sulla realtà fenomenica.
La scoperta dell’alterità non avviene in modo logico-deduttivo, ma attraverso la percezione di segni che rivelano l’appartenenza ad un contesto comune, che il Padre di una delle più importanti correnti filosofiche contemporanee, Edmund Husserl, indica come associazione mentale. Tale concetto richiama alla mente quello di associazione originaria, mutuato da Franz Brentano per esprimere l’associazione ad ogni percezione di rappresentazioni di memoria istantanea che comprende tutti gli esseri animati o inanimati presenti contemporaneamente in un determinato luogo. Essi, difatti vengono definiti oggetti perfettamente simultanei di un sapere relazionante.
Anche in Joyce nube ornatissima di Giuseppe Claudio Rizzo le cose che sono qui, per me, alla mano non esauriscono le mie possibilità di conoscenza poiché l’io si sente in parte circondato da un orizzonte di realtà indeterminata, oscuramente consaputo, che non riesce a comprendere, poiché è infinito. Esso abbraccia non solo le cose materiali, ma anche un mondo di valori, di beni, nonché di altri io. “Ciascuno ha il suo luogo da cui vede le cose alla mano e quindi a ciascuno le cose appaiono diversamente. Parimenti diversi sono per ciascuno gli attuali campi di percezione, di memoria ecc. Tutto ciò di cui si ha una coscienza comune è consentito in modalità diverse”.
Qualunque nostro dubbio o ripudio del mondo, o “messa tra parentesi”, non ne modifica la realtà: esso è sempre mondo esistente, anche solo nella fantasia. Ogni evento, ogni pianeta, ogni stella, sono sempre immersi nel divenire, un divenire che si pone a fondamento della storia e nel quale la storia si riconosce come movimento dialettico verso l’Infinito.Lidia Caputo
Università del Salento -
GUARDARSI DENTRO, GUARDARSI INTORNO
Uno squardo diverso per un’interpretazione aderente, più che hai fatti, manipolati e manipolabili, agli uomini e alle loro storie, segrete e oscure.
Uno scavo sotto la pelle, doloroso e onesto, spietato e coinvolgente.
Questo è il guardarsi dentro e intorno di N i g e r.
J . Starobiski aveva scritto tempo fa che “ogni interpretazione reca il segno e il riflesso dell’interprete”; in tutti i temi affrontati, straordinariamente rilevanti sul
piano soggettivo e oggettivo, trapelano sempre il vissuto, la storia, la formazione del N i g e r che guarda e commenta mettendo a nudo le miserie dei poteri forti.
Uno sguardo critico, lucido e inquietante. -
POSSIBILITÀ E SPERANZA
Il libro continua il dibattito sulla speranza iniziato negli anni ‘60 da Bloch e Moltmann che non si è esaurito in questo fine millennio.
La speranza e l’utopia saranno sempre presenti nel cammino del genere umano in tutte le culture ed in ogni era perché sono elementi indispensabili della vita sociale; una società senza speranza e senza utopia è una società determinista e senza possibilità di libertà. Il dibattito sulla speranza e l’utopia innesca il confronto sul cambiamento
e sulle rivoluzioni possibili. L’autore intende ritornare non a Bloch ma al confronto e al dibattito critico tra Bloch e Moltmann, tra un pensatore marxista militante e un teologo cristiano -
ARCHITA DI TARANTO
Momenti e percorsi del sapere antico: da Pitagora ad aspetti del pensiero tra il II sec. AC e il II sec. DCUn cammino culturale e allettante quello percorso dall’autore. Quel cammino, pur se faticoso, congruo alla natura stessa della ricerca, che riconosce l’effettività storica e politica di Taranto nell’Occidente greco, procedendo da Pitagora di Samo ad Archita della stessa Taranto, alla rinascita pitagorica tra il secondo a.C. e i primi secoli dell’era cristiana. In particolar modo la ricerca rileva la presenza della “vita orfica” nella theoria del primo Pitagorismo, esamina la figura di Archita e del suo circolo, la successione storica delle idee dalla scuola sofistica a quella platonica, ad Aristotele e al Liceo, in quel particolare rapporto ora diretto ora riflesso con il Pitagorismo e con la scienza
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CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR
Vita e morteTutti conosciamo il nome di Camillo Benso Conte di Cavour. Se non altro per le vie che, in ogni città italiana, hanno preso que¬sto nome. Come, del resto, per restare in tema risorgimentale, il nome di Giuseppe Garibaldi o di Giuseppe Mazzini. Non credo vi sia città, grande e piccola, in cui non esista la presenza di questi personaggi da identificare, con i loro nomi, le vie principali.
In poche parole Camillo Benso Conte di Cavour, diciamo subito che è stato il più geniale uomo politico italiano da dopo la costituzione del Regno d’Italia e, poi, della Repubblica italiana.
Fu un uomo di grande intelligenza e di forti intuizioni. Seppe prendere decisioni, all’apparenza avventate, perciò contro il parere degli altri, le quali, invece, portarono a degli esiti del tutto positivi, a volte straordinari.