IL GRANDE GIOCO
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Pubblicato nel 1925 sull’almanacco Literaturnaja Mysl’, n. 3, e l’anno successivo in volume insieme a Fine di una banda (Konec chazy), con cui ha in comune il motivo dei bassifondi e Dell’avventura, il romanzo Il grande gioco (Bol’šaja igra) racconta con eleganza una storia di spionaggio. Palese è il rimando al romanzo Kim di Kipling, da cui Kaverin deriva il titolo (il Grande Gioco è, nel servizio segreto, la strategia delle trame spionistiche) e la motivazione prima. Il grande gioco è però anche il gioco d’azzardo che vede i due protagonisti incontrarsi nell’ultimo capitolo al tavolo verde di una bisca per una sfida decisiva che vedrà il predominio dell’uno e la rovina finale dell’altro.
La genesi di questo breve romanzo è complessa: la prima stesura risale all’estate del 1923 e reca il titolo Šuler Dieu (Il baro Dieu), dove Dieu è un cognome ed è scritto in caratteri latini.
Partendo da un’ambientazione esotica, l’Etiopia, e da un documento realmente esistito, la storia è imperniata sul contrasto fra l’agente inglese StephenWood, che si crede Dio, e il flemmatico professor Panaev, l’agente russo. Lo spunto da cui muove lo scrittore è reale come lo sono anche personaggi, riferimenti storici e eventi legati alla successione dell’imperatoreMenelik e alla Storia della penetrazione russa in Etiopia.
Su questo sfondo storicamente valido, Kaverin inserisce la sua finzione artistica che si apre con la presentazione di uno dei due protagonisti, il professor Panaev.
Rilevante è l’uso che Kaverin fa nel romanzo del motivo del gioco. Da una parte c’è il gioco continuo dell’autore con la trama e con i suoi personaggi, dall’altra il Gran Gioco, inteso sia come gioco
spionistico che come gioco d’azzardo, nella fattispecie chemin de fer e štoss,- una variante del faraone,- a cui si sfidano Panaev e Wood. La tradizione romantica del gioco di carte come «gioco con
la morte» nella poetica dell’avanguardia russa assume un carattere parodico da humor nero, particolarmente forte in Igra v adu (Gioco all’inferno) di Chručenych e Chlebnikov.
Il grande gioco è strutturato in modo tale che l’azione si svolga a incastro per arrivare alla logica dello scioglimento. Il duello fra i due protagonisti avviene su due piani: da una parte per il possesso
del proclama del negus, dall’altra per il predominio al tavolo da gioco. Chi perde al “Gran Gioco”, soccombe, e, per quanto sia paradossale in una storia con due antieroi,- uno rappresenta il bene e l’altro il male.
Anno | 2008 |
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