GRAMSCI E LA COSTRUZIONE DELL’EGEMONIA
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Ed allora perché ritornare a Gramsci?
Perché quest’ultimo scorcio di storia ha visto il decadimento dello scontro politico, ridotto a rissa personale e, più spesso, a sostegno di interessi di scarso valore morale.
Di una politica, insomma, che non ha bisogno di grandi apporti intellettuali, e che isola chi opera per una elaborazione teorica capace di leggere il passato per progettare il futuro.
Che cosa invece può insegnare Gramsci nel nostro tempo e nel nostro mondo?
Quale sarà la possibilità dei più deboli di sopravvivere e di difendersi dal potere delle concentrazioni economiche, dalla forza onnipervasiva di chi dispone dei grandi mezzi mediatici, dallo sfruttamento economico delle risorse e della manipolazione genetica?
Il metodo analitico e la coscienza critica dell’estensore dei “Quaderni” tracciano una strada validissima ed attuale al di fuori di ogni nostalgica rievocazione riduzionistica e reducistica.
Ivan Furlanetto
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Category: | Saggi |
Anno | 2001 |
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CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR
Vita e morteTutti conosciamo il nome di Camillo Benso Conte di Cavour. Se non altro per le vie che, in ogni città italiana, hanno preso que¬sto nome. Come, del resto, per restare in tema risorgimentale, il nome di Giuseppe Garibaldi o di Giuseppe Mazzini. Non credo vi sia città, grande e piccola, in cui non esista la presenza di questi personaggi da identificare, con i loro nomi, le vie principali.
In poche parole Camillo Benso Conte di Cavour, diciamo subito che è stato il più geniale uomo politico italiano da dopo la costituzione del Regno d’Italia e, poi, della Repubblica italiana.
Fu un uomo di grande intelligenza e di forti intuizioni. Seppe prendere decisioni, all’apparenza avventate, perciò contro il parere degli altri, le quali, invece, portarono a degli esiti del tutto positivi, a volte straordinari. -
L’OCCUPAZIONE DELLE TERRE NELLA REALTÀ CASSANESE
La storia di ogni popolo è più o meno costellata di avvenimenti e fatti importanti che lasciano un solco profondo e segnano momenti decisivi e svolte determinanti nella vita del popolo stesso. Alcuni avvenimenti, poi, sono di tale e tanta rilevanza che vengono presi come punti di riferimento e di orientamento, come pietre miliari nella storia stessa dell’uomo e dell’intera umanità.
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MAGNA GRECIA
Rivoluzione Gastronomica & Arte del Banchetto SibaritaI Sibariti realizzarono a livello culturale e come collettività tra il IV e il VI secolo a.C. il rapporto tra vita e arte in una dimensione totalizzante e completa tale da segnare una rivoluzione estetica in ambito gastronomico e conviviale con piatti, dalla pasta ai dolci, arrivati fino ai giorni nostri ed entrati nella tradizione più autentica della cucina calabrese e mediterranea. Questo saggio nasce dalla volontà di riscoprire le proprie radici e quelle dell’intero occidente partendo dalla materia prima che accomuna più degli idiomi e i dialetti i popoli calabresi, spesso ignari di quanto la propria storia comune legata all’antica civiltà magno greca abbia dato all’Italia e all’Europa intera: la tavola e il cibo. In un periodo storico in cui, causa le migrazioni di massa ed i fenomeni di implosione sociale legati alla globalizzazione e alla precarietà del lavoro, si tende a disgregare e a dividere per regredire ad una nuova sotto-cultura del nemico identificato nel diverso o nello straniero che approda sulle coste mediterranee, riscoprire le radici più autentiche della società di diritto che dalle prime forme di brevetto all’autarchia economica inglobava con loIus Soli il migrante nel proprio tessuto sociale, politico ed economico per farlo partecipalre a un circuito finalizzato all’eliminazione della povertà per una società fondata sul benessere garantito dall’approvvigionamento di materie prime di un territorio ricco di tutto tanto da attivare l’invidia e la volontà di potenza e conquista di crotonesi e saraceni, vuole dire trovare le basi non solo di un autentico e pacifico vivere in comune in un’ottica di conquista della felicità sulla terra ma soprattutto i presupposti politici, economico e sociali che hanno portato progresso e redistribuzione della ricchezza con la rivoluzione non violenta innescata dall’otiume dall’arte del banchetto quale momento principale e quotidiano del vivere insieme e dello stare al mondo – con gli altri. A Sybaris (fondata dagli Achei tra il 630 e 640 a.C.) si deve infatti la primogenitura dell’alta qualità alimentare con le relative scuole della convivialità e dei giochi di società che accompagnavano e ingentilivano il momento del pasto introducendo nel contesto arcaico una sorta di “dolce vita” (trypé) ante litteram. Il segno di signoria non fu mai esente dalla laboriosità dei suoi abitanti che portò a notevole ricchezza, potenza politica e militare e tanta gioia di vivere in una visione piena e completa dell’esistenza fondata sulla centralità dell’uomo inteso come mente e corpo. La fertilità del territorio e la ricchezza dal punto di vista commerciale e mercantile hanno fatto sì che i Sibariti potessero dedicarsi a una vita piena fondata sull’ economia della pace e della condivisione contraria all’economia della guerra diven.ta un paradigma di Essere dell’Uomo, quasi posto in un Eden, sperimentato una sola volta nella valle del Crati e poi inesorabilmente perduto.
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Rivoluzione e Politica in Amadeo Bordiga
Lo studio della figura del comunista napoletano Amedeo Bordiga diverso dalla storiografia “ufficiale” anche di storiografi della sinistra italiana. Emerge una nuova figura rivoluzionaria di Bordiga sia a livello nazionale che internazionale.
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FILOSOFIA E RIVOLUZIONE IN GIORDANO BRUNO
A ragione Bruno può essere definito il grande filosofo martire non solo della nostra Rinascenza ma anche di quella europea.
Quando Giovanni Gentile si ricollegava, senza alcuna ombra di dubbio, a Bertrando Spaventa e alla sua valorizzazione del Rinascimento, sia nei confronti della scolastica che nei confronti della filosofia Europea del ‘600, lo faceva per sottolineare il ruolo del pensiero bruniano nel Rinascimento italiano e della centralità di questo nel panorama culturale dell’Europa di quel tempo.
Ma in tal senso è corretto rilevare come Gentile, proprio su questi argomenti, ebbe un lungo confronto con un altro grande studioso di questioni bruniane, Felice Tocco; Giovanni Gentile lavorò a lungo tra il 1907- 1908 proprio sui Dialoghi Bruniani, circostanziandoli fra l’altro di notizie a proposito della vita del Nolano.
E sarà proprio con il Tocco e con Rodolfo Mondolfo che il Gentile discuterà a lungo a proposito dell’arduo problema dell’unità del pensiero bruniano, dei suoi molteplici intrecci dei temi e degli sviluppi, nonché della varietà delle fonti, classiche, medioevali e contemporanee, manifestando così una profonda insoddisfazione rispetto ad alcune tesi a volte estrinseche e ingiustificate.
Gentile mostrò, d unque, di aver ben compreso la lezione ‘filologica’ proposta dal Tocco, una lezione, la sua, volta a proiettare la filosofia del Rinascimento fuori dalle formule astratte in cui rischiava, a volte, di cadere la tradizione risorgimentale spaventiana.
Infatti, stando a questa tradizione vi è un privilegiare di Bruno “martire” della liberazione del pensiero umano, ma non molto di più, in realtà lo sforzo della storiografia post- risorgimentale è stato quello di una comprensione più profonda delle radici delle filosofie naturalistiche di Bruno e di Campanella. Il platonismo Rinascimentale, figlio dell’Umanesimo, e di cui Bruno è un grande interprete, dice il Gentile, ha permesso la produzione delle grandi sintesi di Spinosa e di Leibniz, un platonismo che ha avuto il compito di far voltare le spalle al medioevo, dando luogo ad un nuovo orizzonte, ad un orizzonte decisamente più ampio, ad un orizzonte dove si è passati dalla divinità della natura alla intrinseca divinità dell’uomo, inculcando perciò in costui il “sentimento” della sua potenza, dell’infinito che è in grado di raccogliere nel ‘petto’ dell’uomo, l’identità sostanziale della sua anima con l’anima e con la vita del tutto.
Il pensiero bruniano però va oltre questa consolidata interpretazione e collocazione, in Bruno, infatti, c’è ben altro, c’è la critica al pensiero scolastico medioevale ed anche al pensiero del seicento europeo, pensiero tutto teso a stabilire i grandi blocchi concettuali funzionali alla società borghese.
La rottura, dunque, nella proposta filosofica bruniana, del tempo cronologico, una dilatazione temporale, Jetz, in nome di una “nuova concezione” teoretica – politica di liberazione che lo collega alla grande proposta della”libertà comunista
Per questo il titolo del presente lavoro,”Filosofia e rivoluzione in Giordano Bruno. Religione, Etica e Materialismo”, ed anche in questo l’esame di alcuni nodi fondamentali della rivoluzionaria proposta filosofica del Nolano. -
IL FOLLE VOLO DELLA PAROLA PER LA MUSICA
Saggio sul Teatro d’opera, sulla musica, sui grandi artisti : si passa da Wagner a Nietzsche, da Mozart a Kierkegaard, da D’Annunzio a Wilde, da Matteo Brega ai francesi Barthes e Baudrillard…
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INCONTRI
Questo volume raccoglie, approfondendoli, una parte degli articoli pubblicati tra il 1997 e il 2002 su diversi settimanali, e su “Calabria”, mensile di notizie e commenti del Consiglio Regionale.
Con gli anni ho sviluppato una sorta di “etica del tempo”, che mi impone di considerare quest’ultimo come la più preziosa tra le risorse umane, un dono importante e per nulla eterno. Mi è sembrato quasi un dovere conservare una traccia di un lavoro lungo e faticoso, svolto con tenacia e passione.
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QUO VADIS…ADAMO?
Adamo è la metafora che sta per Umanità.
Se si intuisce una Creazione. Essa è atto unico ed eterno; è la Volontà Divina che infonde nella materia caotica e inerte il miracolo della VITA.
Qualunque tentativo di coprendere e descrivere la CREAZIONE è una riduzione alla dimensione dei limiti della mente umana.
L’evoluziosnismo coglie e descrive i processi completamente reali che progressivamente producono i mutamenti nella materia dalle forme di vita più semplici alle forme più complesse; costruendole in un percorso all’infinito.
Questo libro propone, forse, per ora, in modo troppo semplicistico e disinvolto, la tesi secondo la quale il processo evoluzionistico è il necessario medium sincretico
che attualizza la imperscrutabile Volontà Creatrice.