SKU: | 978-88-96254-51-6 |
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Category: | Saggi |
Anno | 2011 |
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Autore | |
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GUARDARSI DENTRO, GUARDARSI INTORNO
Uno squardo diverso per un’interpretazione aderente, più che hai fatti, manipolati e manipolabili, agli uomini e alle loro storie, segrete e oscure.
Uno scavo sotto la pelle, doloroso e onesto, spietato e coinvolgente.
Questo è il guardarsi dentro e intorno di N i g e r.
J . Starobiski aveva scritto tempo fa che “ogni interpretazione reca il segno e il riflesso dell’interprete”; in tutti i temi affrontati, straordinariamente rilevanti sul
piano soggettivo e oggettivo, trapelano sempre il vissuto, la storia, la formazione del N i g e r che guarda e commenta mettendo a nudo le miserie dei poteri forti.
Uno sguardo critico, lucido e inquietante. -
Marxismo e crisi ciclica dell’economia capitalistica
“In realtà, quello che ma negli scritti di Marx è solo l’esposizione empirica del fenomeno della crisi, cioè l’analisi fattuale della meccanica delle crisi. Non a caso Sweezy si richiama a un passo della Storia delle teorie econo-miche di Marx (o Teorie sul plusvalore) in cui sostiene che: « la crisi reale può essere rappresentata solo dal movimento reale della produzione capitalistica, dalla concorrenza e dal credito » , Marx, appunto, parla di rappre-sentare. In questo senso, sembrerebbe che non abbiamo perduto gran che, se si pensa che l’impianto analitico di Keynes sulle crisi, e i perfezionamenti apportatigli dai successori di questo, ci hanno fornito casistiche e descrizioni della meccanica e delle varianti ben più articolate, aderenti e raffinate[…].
Tuttavia, ciò che Keynes e i successori non sotto stati praticamente in grado di darci, è l’interpretazione puntuale dei singoli meccanismi aspetti della crisi, nel quadro dello sviluppo storico complessivo della produzione capitalistica. La spiegazione scientifica, insomma, dei fenomeni, al di là del ‘analisi descrittiva. Ma una tale spiegazione richiederebbe una teoria generale dello sviluppa capitalistico come sistema economico-politico storicamente determinato, che è tuttora introvabile al di fuori del marxismo”. -
MAGNA GRECIA
Rivoluzione Gastronomica & Arte del Banchetto SibaritaI Sibariti realizzarono a livello culturale e come collettività tra il IV e il VI secolo a.C. il rapporto tra vita e arte in una dimensione totalizzante e completa tale da segnare una rivoluzione estetica in ambito gastronomico e conviviale con piatti, dalla pasta ai dolci, arrivati fino ai giorni nostri ed entrati nella tradizione più autentica della cucina calabrese e mediterranea. Questo saggio nasce dalla volontà di riscoprire le proprie radici e quelle dell’intero occidente partendo dalla materia prima che accomuna più degli idiomi e i dialetti i popoli calabresi, spesso ignari di quanto la propria storia comune legata all’antica civiltà magno greca abbia dato all’Italia e all’Europa intera: la tavola e il cibo. In un periodo storico in cui, causa le migrazioni di massa ed i fenomeni di implosione sociale legati alla globalizzazione e alla precarietà del lavoro, si tende a disgregare e a dividere per regredire ad una nuova sotto-cultura del nemico identificato nel diverso o nello straniero che approda sulle coste mediterranee, riscoprire le radici più autentiche della società di diritto che dalle prime forme di brevetto all’autarchia economica inglobava con loIus Soli il migrante nel proprio tessuto sociale, politico ed economico per farlo partecipalre a un circuito finalizzato all’eliminazione della povertà per una società fondata sul benessere garantito dall’approvvigionamento di materie prime di un territorio ricco di tutto tanto da attivare l’invidia e la volontà di potenza e conquista di crotonesi e saraceni, vuole dire trovare le basi non solo di un autentico e pacifico vivere in comune in un’ottica di conquista della felicità sulla terra ma soprattutto i presupposti politici, economico e sociali che hanno portato progresso e redistribuzione della ricchezza con la rivoluzione non violenta innescata dall’otiume dall’arte del banchetto quale momento principale e quotidiano del vivere insieme e dello stare al mondo – con gli altri. A Sybaris (fondata dagli Achei tra il 630 e 640 a.C.) si deve infatti la primogenitura dell’alta qualità alimentare con le relative scuole della convivialità e dei giochi di società che accompagnavano e ingentilivano il momento del pasto introducendo nel contesto arcaico una sorta di “dolce vita” (trypé) ante litteram. Il segno di signoria non fu mai esente dalla laboriosità dei suoi abitanti che portò a notevole ricchezza, potenza politica e militare e tanta gioia di vivere in una visione piena e completa dell’esistenza fondata sulla centralità dell’uomo inteso come mente e corpo. La fertilità del territorio e la ricchezza dal punto di vista commerciale e mercantile hanno fatto sì che i Sibariti potessero dedicarsi a una vita piena fondata sull’ economia della pace e della condivisione contraria all’economia della guerra diven.ta un paradigma di Essere dell’Uomo, quasi posto in un Eden, sperimentato una sola volta nella valle del Crati e poi inesorabilmente perduto.
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POSSIBILITÀ E SPERANZA
Il libro continua il dibattito sulla speranza iniziato negli anni ‘60 da Bloch e Moltmann che non si è esaurito in questo fine millennio.
La speranza e l’utopia saranno sempre presenti nel cammino del genere umano in tutte le culture ed in ogni era perché sono elementi indispensabili della vita sociale; una società senza speranza e senza utopia è una società determinista e senza possibilità di libertà. Il dibattito sulla speranza e l’utopia innesca il confronto sul cambiamento
e sulle rivoluzioni possibili. L’autore intende ritornare non a Bloch ma al confronto e al dibattito critico tra Bloch e Moltmann, tra un pensatore marxista militante e un teologo cristiano -
Rivoluzione e Politica in Amadeo Bordiga
Lo studio della figura del comunista napoletano Amedeo Bordiga diverso dalla storiografia “ufficiale” anche di storiografi della sinistra italiana. Emerge una nuova figura rivoluzionaria di Bordiga sia a livello nazionale che internazionale.
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ARCHITA DI TARANTO
Momenti e percorsi del sapere antico: da Pitagora ad aspetti del pensiero tra il II sec. AC e il II sec. DCUn cammino culturale e allettante quello percorso dall’autore. Quel cammino, pur se faticoso, congruo alla natura stessa della ricerca, che riconosce l’effettività storica e politica di Taranto nell’Occidente greco, procedendo da Pitagora di Samo ad Archita della stessa Taranto, alla rinascita pitagorica tra il secondo a.C. e i primi secoli dell’era cristiana. In particolar modo la ricerca rileva la presenza della “vita orfica” nella theoria del primo Pitagorismo, esamina la figura di Archita e del suo circolo, la successione storica delle idee dalla scuola sofistica a quella platonica, ad Aristotele e al Liceo, in quel particolare rapporto ora diretto ora riflesso con il Pitagorismo e con la scienza
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GRAMSCI E LA COSTRUZIONE DELL’EGEMONIA
Ed allora perché ritornare a Gramsci?
Perché quest’ultimo scorcio di storia ha visto il decadimento dello scontro politico, ridotto a rissa personale e, più spesso, a sostegno di interessi di scarso valore morale.
Di una politica, insomma, che non ha bisogno di grandi apporti intellettuali, e che isola chi opera per una elaborazione teorica capace di leggere il passato per progettare il futuro.
Che cosa invece può insegnare Gramsci nel nostro tempo e nel nostro mondo?
Quale sarà la possibilità dei più deboli di sopravvivere e di difendersi dal potere delle concentrazioni economiche, dalla forza onnipervasiva di chi dispone dei grandi mezzi mediatici, dallo sfruttamento economico delle risorse e della manipolazione genetica?
Il metodo analitico e la coscienza critica dell’estensore dei “Quaderni” tracciano una strada validissima ed attuale al di fuori di ogni nostalgica rievocazione riduzionistica e reducistica.
Ivan Furlanetto -
INCONTRI
Questo volume raccoglie, approfondendoli, una parte degli articoli pubblicati tra il 1997 e il 2002 su diversi settimanali, e su “Calabria”, mensile di notizie e commenti del Consiglio Regionale.
Con gli anni ho sviluppato una sorta di “etica del tempo”, che mi impone di considerare quest’ultimo come la più preziosa tra le risorse umane, un dono importante e per nulla eterno. Mi è sembrato quasi un dovere conservare una traccia di un lavoro lungo e faticoso, svolto con tenacia e passione.
“Incontri” è un contributo minimo, segno soprattutto dell’inquietudine culturale che agita la vita di provincia…