CLARA SCHUMANN
10,00€
“Cosa significa essere “rivale” del proprio consorte (pianista riuscita lei, pianista fallito lui per assurdi esperimenti cui sottopose le dita fino a rovinarsi una mano)? Come si concilia la propria carriera con la maternità (otto figli in quattordici anni, con il quinto, Ludwig, anche lui malato di mente)? Come si convive sedici anni con un genio? Qual è la propria responsabilità, nella sua lotta durata oltre un quindicennio, contro la follia? Ciò che avvince nel monologo-confessione di Clara è che essa ci viene porta senza infìngimenti, ma anzi come l’ammissione di una scoperta disarmonia interiore, se non proprio un dissidio tra sé e l’altro da noi”.
dalla prefazione di Guido Davico Bonino
TEATRO 46
Testi in italiano
in francese (en francais)
in croato (na hrvatskome)
Traduzioni del testo teatrale
Anne Manceron in francese
Sandro Damiani in croato
Interventi critici
Dissonances
di David Haziot
Schumann,
ludilo u vrijeme karnevala
di Miljenko Jergovié
“Il tuo amore è la mia vita”
di Angela Annese
SKU: | 978-88-96254-33-2 |
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Category: | Teatro |
Anno | 2010 |
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Autore | |
Formato |
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Passio
PASSIO è una sacra rappresentazione, rifacimento di Mistero su modelli di devozione popolare di ispirazione vagamente medioevale. Essa accoglie nel suo seno vari frammenti ed atmosfere tratte dal patrimonio delle tradizioni e dell’espressività popolare intorno ai riti penitenziali della Settimana Santa, dai contrasti alle danze macabre dei “Trionfi della Morte”, dai canti processionali alle azioni drammatiche intorno al processo a Cristo ed alla Via Crucis.
PASSIO è una sorta di viaggio nella memoria devozionale di un Popolo che, celebrando la passione e la morte della Verità Incarnata, del “Dio che si fa uomo” per salvare quest’ultimo dall’antica colpa del peccato originale, riesce, con la pietà che gli è propria, a commuoversi e a partecipare emotivamente, fino a fare proprio il dramma ed il dolore della Madre di fronte allo scempio del Figlio, di fronte allo strazio della “carne delle proprie carni”. Vivendo la rievocazione dell’evento e partecipando a questa “comunione di dolore”, si celebra così un vero e proprio rito di penitenza.
Volutamente si è cercato di utilizzare una lingua inventata, una sorta di “calabrese epico”, un linguaggio cioè che non appartiene a nessun luogo in particolare, in quanto solo un linguaggio che travalica gli angusti confini dello spazio può essere adeguato per celebrare un Mistero che va al di là del tempo.
Proprio per tutto questo, al di là dell’aspetto della mera spettacolarità, PASSIO vuole porsi come profondo momento di riflessione, penitenza e preghiera. -
VINO DIVINO
(Ovvero la vera istoria del santo bevitore)Diplomatosi presso il “Centro di avviamento all’espressione” diretto da Orazio Costa a Firenze dove apprende il metodo mimico, segue i corsi del Laboratorio Nove sempre a Firenze, prosegue gli studi presso il Centro di Sperimentazione di Pontedera. Nel 1991 fonda la Compagnia Occupazioni Farsesche e si occupa della conduzione dei teatri di Scandicci, Pieve Santo Stefano, e Barberino del Mugello. Partecipa al primo allestimento del “Sogno di una notte di mezz’estate” per la regia di Glauco Mauri. Nel 1992 lavora con la Compagnia dell’Uovo di L’Aquila. Nel 1995 collabora con l’Università di Cincinnaty per la quale realizza lo spettacolo “Festino del Martedì Grasso” di cui è autore ed interprete sotto la regia di Malcom Fraser. Nel 1996 fonda, con Maurizio Annesi e Cristina Caldani, il Teatro San Leonardo di Viterbo con il quale partecipa alla realizzazione di numerosi spettacoli tra i quali “Harry’s Light” di cui è autore e regista, “Bella e la bestia” di cui è autore, si occupa della regia degli spettacoli “Remember my rame is Will” dai sonetti di Shakespeare, “La purga di Bebè” di Feydeau. Nel 1997 partecipa allo spettacolo “L’avaro di Plauto” di Lerici. Nel 2000 è protagonista dello spettacolo “L’asino d’oro” da Apuleio a fianco di Orso Maria Guerrini. Nel 2002 è Mercurio nello spettacolo Anfitrione di Plauto con Stefano Masciarelli. Nel 2003 lavora a diversi spettacoli tra i quali, “Morte di Galeazzo Ciano” di Enzo Siciliano, “La Tempesta” di Shakespeare, “Trapped” di Piermaria Cecchini. Da tre amni dirige il laboratorio permanente “Lo spettacolo possibile” a Viterbo.
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FAMIGLIA MISERICORDIA
A tutte le famiglie, affinché possano trovare, sempre, la forza e l’entusiasmo per affrontare e superare i problemi della vita, restando unite… perchè è sempre meglio addormentarsi col sorriso.
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LA STANZA DELLA MEMORIA
Il testo nasce dall’urgenza di aprirsi e dialogare con quelle emozioni e quelle immagini che dal passato risalgono alla memoria, ripercorrendo con affettuosa ironia la storia di una comunità sociale calabro-lucana nel periodo compreso tra gli anni 30 e gli anni 80. Un musicista e la sua fisarmonica, anima e voce popolare, accompagnano questo viaggio temporale, creando un contrappunto di suoni, rumori e battute. La vicenda ruota intorno a nonna Francesca e al mondo che la circonda. Saverio e Dario, nipoti della ormai vecchia Francesca, ci accompagnano in questo itinerario emozionale. Il mondo contadino e il suo crepuscolo, l’avvento del mondo industriale, l’emigrazione, la mutazione dei valori, il passaggio generazionale, l’epoca del boom con nuove dinamiche sociali e con culti e modelli emergenti. Il testo ha ottenuto una segnalazione al premio nazionale teatrale Città di Reggio Calabria 1996. È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Scena Verticale di Castrovillari (Cs).
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Il caso fedra
Importante lavoro teatrale dell’autore che ha rivisitato le figure di tre protagonisti, Fedra, Ippolito e Teseo con caratteri moderni ma legata per ambientazione e stilemi al mondo classico. Nell’aver enucleato e seguito queste tre nuovissime situazioni psicologiche e esistenziali, per indagarle e rilevarle, è il gioco e la qualità dell’autore, che, se da una parte chiama il pubblico a giudicare fatti e persone, dall’altra non giudica lui stesso e lo mette in grado di non poter giudicare, proponendo tre verità plausibili, intime, ognuna con una sua necessità. L ’autore utilizza la scrittura metaforica e ricca di simboli e richiami poetici della grande tragedia classica, ove reinventa di propri con qualità mimetiche e moderna coscienza.
È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Coop.Argot di Roma, con interprete principale Pamela Villoresi (Fedra) per la regia di Maurizio Panici. -
IO, CATERINA SFORZA
Sono allievo di cinema di Silvano Agosti.
I tarocchi me li ha insegnati Jodorowsky.
Ho realizzato due cortometraggi “importanti”: Buio Omega 2 (menzione speciale al festival di Bellaria) e “It’s a Blue blue day”. Ho scritto la sceneggiatura di “Giravolte” di Carola Spadoni. Il film è stato proiettato a Torino, a Chicago, in Egitto, alla Berlinale. Ho collaborato anche al film “Il killer evanescente” di Paolo Doppieri.
Ho realizzato la prima parte de “La clinica dei sogni”, che è stata presentata al Roma film festival. -
L’ARGOT… NOSTRO CONTEMPORANEO
Sono ormai diversi anni che mi occupo principalmente di drammaturgia contemporanea ed in particolare di quella italiana. Ho visto crescere decine di autori, oggi più o meno affermati, ma certamente “autori”; con loro ho stabilito rapporti di lavoro e più spesso questi rapporti si sono trasformati in amicizia. Scegliere di lavorare in particolare con i “giovani” ha significato in qualche caso crescere insieme. I rapporti sono a volte conflittuali ma sempre e comunque il confronto con l’autore è risultato molto fecondo. La possibilità di confrontarsi con più autori ha dato vita alla creazione di un vero e proprio laboratorio, “factory” come la definiscono gli anglosassoni, in continuo movimento ed alla ricerca di nuove forme espressive di scrittura e di un linguaggio comprensibile per il pubblico del nostro tempo. Un luogo dove gli autori, i registi, gli attori potessero elaborare e condividere il primo momento del fare teatro che è la scrittura di un testo. (…) Credo molto in questo metodo di lavoro, nello scambio continuo di informazioni, nel rispetto dei ruoli e nella assoluta consapevolezza che ogni partecipante alla messa in scena deve essere coinvolto nell’allestimento in modo responsabile. Ritengo che questo “lavorare” intorno al testo sia uno degli ingredienti fondamentali per la riuscita degli spettacoli. L’augurio è che sempre più case-laboratorio nascano per permettere ai giovani autori e non solo, di fare pratica di palcoscenico, perchè è in questo modo che si costruisce una drammaturgia nazionale con una identità e una ricchezza assolutamente indispensabili oggi per un rinnovato rapporto con il pubblico.
Maurizio Panici
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PARTIRE È UN PO COME MORIRE
Questo lavoro teatrale in tre atti porta in scena, con un linguaggio semplice ed immediato, il dramma dell’emigrazione sotto l’aspetto storico-didattico, sin dalle sue origini, il suo sviluppo e le sue conseguenze. È stato messo in scena dal gruppo scolastico teatrale di Cassano Jonio.