CINEMA FONDENTE
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I sogni, si è soliti dire, “non lasciano impronte digitali, né prove”. Questo assunto può essere vero per tutti i sogni, ma non certo per quelli che facciamo mentre
guardiamo un film, tanto è vero che, di alcuni dei sogni fatti al cinema nei lontani anni Dieci del secolo che ormai diciamo scorso, sono rimaste perfino
impronte di cioccolato.
D’altronde fare incetta di immagini, mangiarselo con gli occhi, detto riferendosi ad un divo o ad una diva, è linguaggio usuale per chi è spettatore di film.
La volatilità e la conseguente indotta voracità sono, senz’altro, una nota distintiva del cinema; si tratta però di un transito molto particolare, di un transito, quello
dei fotogrammi, che lascia il segno nei nostri gusti, nel nostro immaginario, nella storia della cultura e, a volte, come “Cinema Fondente” attesta, anche sulle nostre dita, pur a distanza di tanti anni.
SKU: | 88-87897-15-8 |
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Category: | Cinema |
Anno | 2001 |
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Autore | |
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(la mia storia, i miei film)Quella per il cinema è, per me, una passione antica che ha radici profonde che accompagna, anzi illumina i miei ricordi più lontani, più indistinti, più sfuggenti; il cinema è diventato subito non solo il mio compagno di giochi ed il mio amico, ma il mio linguaggio ed il mio modo di vedere: allo schermo, al quale mi rivolgevo, conferivo il potere di trasformare i miei sogni, la mia solitudine e la mia ribellione; gli chiedevo di dare grazia, solennità e potenza a tutto quello che sentivo e non sapevo ancora dire. Potrei dichiarare, senza timore, di aver visto tutti i film del mondo, così come si dice all’amata di volerle tutto il bene del mondo; il mio segreto e la mia giustificazione, il senso, cioè, la ragione per cui andare avanti a scoprire.
Non sono disposto a fare selezioni nè gerarchie, a distinguere il cinema d’arte da quello pedestre, anche se so che vi sono differenze abissali tra film e film; non sono un intellettuale ed amo, indistintamente, tutti i film, per il semplice motivo che sento in essi un appello, l’appello alla mia libertà di percepire ed inventare. Se il cinema precede ogni mia presa di coscienza, se è sempre prima di ciò che la mia ragione discorsiva rende comunicabile e comprensibile, se è come il inconsio all’interno del quale io ritaglio i miei possibili, non voglio escludere alcun film dalla mia memoria che è per l’appunto la memoria di un linguaggio. Sarebbe riduttivo dire che il cinema fa sognare; credo, invece, che il cinema sia, esso stesso, sogno cioè un linguaggio più ricco, più vasto e più generoso, che non si accontenta mai della realtùà, ma ha la potenza di ampliarla ed elevarla e la magia di renderla desiderabile. Io mi lascio condurre per mano nel sogno di tutti i films, senza timore di perdermi, di smarrire la strada maestra, perchè sento che in quel linguaggio c’è sempre di più, c’è come la potenza del canto ed il canto ha la facoltà di rendere unica e sacra l’esperienza del mondo. -
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