AMORE, WHISKY E IPOCRISIA
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“Graffiante e grottesca la vena narrativa di Armando Mancuso, tesa ad esplorare con amaro disincanto il rapporto Io-mondo. In periodare nervoso e franto la prosa scarnificata rivela uno spaccato desolante della disintegrazione morale e fisica dell’uomo contemporaneo.
Lironia beffarda e lucida di Mancuso è la cifra dell’assurdità dell’esistenza, spoglia di valori che non siano quelli del benessere materiale e dello sviluppo tecnologico.
Nella maggiorparte dei racconti l’atmosfera surreale si coniuga con la ricerca tesa a valori universali, la vocazione alla razionalità è complementare con la desemantizzazione ludica del reale.”
dalla nota critica di Lidia Caputo
SKU: | 978-88-87897-79-1 |
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Category: | Racconti |
Anno | 2006 |
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Autore | |
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Il libro racconta infatti entrambe le cose, a cominciare dal primo racconto che ne narra la magia e la mancanza fino ad approdare ad un’iconica, poetica e possente immagine dell’artista tedesco Max Klinger, dal titolo “Parafrasi sul ritrovamento di un guanto”.
L’autrice, a partire da questa mancanza, ha condotto un’indagine, quasi uno scavo nel suo e nel nostro amore per il cinema e infatti questo libro rileva e rivela l’archeologia della propria passione per il cinema e di tutti noi fin da quando cominciammo a scoprirlo da bambini. Sicché storia della fruizione del cinema e dei tanti modi di essere uno spettatore, storie private, storie pubbliche intessono e fanno di questo libro il primo su questo tema, struggente e attuale, della mancanza del cinema.
E dice quanto il cinema ci manca dacché la pandemia in atto non ci consente da mesi di andare al cinema, di vedere i film in sala. Questo libro è un atto d’amore per il Cinema e l’invito accorato a chinarsi, a fare presto a raccogliere il guanto caduto in terra, a rialzarsi, a riprendere a volteggiare, pattinare, sognare, levarsi in volo, andare ad abitare in altri luoghi, immedesimarsi in altre storie, guardare i film in sala. Ridiventare spettatore. Riprovare il sapore, il gusto, il profumo del Cinema.
Matilde Tortora, scrittrice e storica del cinema. Autrice di diversi libri di letteratura e di saggi di cinema, tradotti in diverse lingue. Nel 2000 è stata insignita del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Vive a Monaco di Baviera.
Il libro è stato tradotto contestualmente in tedesco. La traduzione in tedesco è ad opera di Cornelia Lutz-Mastrojanni.
In copertina: immagine tratta dalle incisioni dell’artista tedesco Max Klinger (1857-1920), dal titolo Parafrasi sul ritrovamento di un guanto
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QUALI DONNE
Racconti con echi danteschiLa scrittrice Matilde Tortora con questo suo nuovo libro “Quali Donne. Racconti con echi danteschi” si è posto l’interrogativo: Forse che non è tuttora in corso “la guerra de la pietate” che il sommo Poeta ebbe a sostenere nel suo viaggio e non chiama anche noi tutti oggi a raccontarla?
In questo libro sono ritratte donne d’oggi, la storia di ognuna di esse, fissata in un’icastica istantanea, si è originata da alcuni versi della Commedia di Dante.
Il libro è stato pubblicato col Patrocinio della Società Dante Alighieri di Monaco di Baviera.Matilde Tortora, scrittrice e saggista, autrice di molti libri tradotti in diverse altre lingue, insignita nel 2000 del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Vive a Monaco di Baviera.
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BERTI BLANDINA
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La forza delle immagini, la scrittura che incalza con un linguaggio del tutto originale e come scaturito dal racconto sommesso che la stessa protagonista fa della sua vita grama, fa di questa opera un tassello nuovo che s’aggiunge al percorso tanto incisivo che la scrittrice porta innanzi da anni coi suoi racconti.
In copertina, per gentile concessione della Titanus, una foto di scena del film “Roma ore 11” di Giuseppe De Santis ispirato ad un fatto di cronaca vera in cui, assieme ad altre brave attrici impegnate nei ruoli di giovani donne aspiranti ad un posto di dattilografa, l’attrice Carla Del Poggio impersonò Luciana Renzoni “in un’Italia esasperata dalla disoccupazione in genere, ma ancor più da una impossibilità per le donne di trovare lavoro”.
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Mi sedetti ad un tavolino all’aperto di un bar ed ordinai un caffè, in modo per far riposare anche la gamba che molto sollecitata ricominciò a farmi più male”.