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NASCITA E RESURREZIONE DI CITTANOVA
“Le radici di Cittanova affondano in un secolo di pesti, di guerre, di scoperte scientifiche. Era soltanto un casale, certo, Curtuladi, poi Casalnuovo, ma inizia a costruire il proprio destino. Questa e stata la felice e risolutiva intuizione artistica del testo di Manfridi: narraĀ¬no, le voci, la storia di un paese e le loro stesse vicende, individuali e collettive, diventano la costruzione di una comunitĆ . (…)
Alle pesti del Seicento si sostituiscono nel secolo successivo sommovimenti naturali e politici. II terribile “tremuoto” del 1783 provoca danni immensi, mettendo a dura prova la popolazione che seppe mostrare forza e coesione, specie davanti allo sgomento per la morte della principessa Maria Teresa Grimaldi. La Repubblica partenopea nei pochi mesi di vita, da gennaio a giugno del 1799, vide la borghesia cittadina ergersi a protagonista dell’affermazione dei valori della rivoluzione francese. Innalzare l’albero della libertĆ e combattere la battaglia contro i sanfedisti nel forte di Vigliena presso Napoli, segnarono, dopo il bando di Grimaldi, l’atto fondativo del paese.
Giuseppe Manfridi con Nascita e Resurrezione di Cittanova ha saputo rendere alta e tesa drammaturgia questi avvenimenti storici, trasformando le gesta eroiche in un grido universale di libertĆ .”Dalla prefazione di Francesco Adornato
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(RIS)VOLTI DELL’AMORE
“Fra tutte le creature dotate di anima e intelligenza noi donne siamo le piĆ¹ sventurate”. Queste le parole di Medea nel testo euripideo.
Ed ĆØ, infatti, Medea simbolo di quella fragilitĆ femminile che si cela tante volte dietro una imponente corazza.
Donna abbandonata, tradita e ferita nell’orgoglio, dominata dal profondo desiderio di farsi giustizia, Medea, con lucida ratio, giunge al parossismo senza tregua trasformando la sua esasperazione in follia. -
ANEDDOTI AL RISTORANTE DOPO LO SPETTACOLO
Il titolo, “Aneddoti al ristorante”, ĆØ riduttivo. C’ĆØ ben altro in questo libro di Marco Parodi che mette insieme, recita dopo recita, le chiacchiere, i pettegolezzi, le gaffes, le descrizioni di volta in volta divertenti, commosse e pungenti dei mille commensali con cui, per quarantacinque anni, ha diviso la tavola. C’ĆØ la ricerca, ostinata e a tratti amara, di un tempo perduto, di un mondo che non c’ĆØ piĆ¹: quella “vita orribile composta da infiniti quarti d’ora meravigliosi” che l’autore, nell’epigrafe affidata alle parole della grande Sarah Ferrati, intende celebrare. Non c’ĆØ piĆ¹ quel teatro, fatto di tournĆ©e che duravano mesi, da settembre a giugno, e spesso si concludevano proprio in Sardegna, dove Parodi ha scelto molti anni fa di vivere, e di continuare a fare il suo mestiere. Era un titolo in cartellone, allora, il teatro, ed era anche una continua ricerca di alberghi, di camerini sufficientemente comodi, di ristoranti giusti. Era un ritrovarsi tutti. Amici e nemici, complici e antagonisti, amanti e coniugi ufficiali (arrivavano il fine settimana, a scompigliare posti a tavola ed emozioni).
Pettegolezzi, segreti inconfessabili (e confessatissimi), sospetti, debolezze, avarizie, gelosie. Era un teatro nel teatro. Lo ĆØ – un teatro nel teatro del teatro – in questa serie di aneddoti che Parodi inanella con feroce eleganza. Mettendo i suoi lettori nella divertita condizione di guardare dal buco della serratura, senza sentirsi troppo indiscreti. Ma anche concedendo loro di salire in palcoscenico, prima di cena.Nota di Maria Paola Masala
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LA STREGA DELLA GIUNGLA
“Gli indigeni Sanguerosso avevano in un tempo lontano, quando lui era molto piccolo, ucciso i suoi genitori che erano felici e innamorati. Un giorno, mentre facevano il bagno nel fiume Sanguerosso, furono catturati e barbaramente decapitati ai piedi del grande Dio EbĆ²r e il loro sangue ĆØ ancora custodito in un posto segreto”.
“Figlia mia, un tragico destino ti ha portata via da me troppo presto, troppo giovane per lasciarmi, l’immenso dolore mi ha spezzato il cuore: i tuoi abbracci mi davano energia e speranza, non riesco a dirti addio, ma ti dico solo che da quando non ci sei piĆ¹ io piango e sorrido allo stesso tempo, la mia mente ĆØ impazzita, ciao, ti voglio tanto bene, piccola”. -
IL VIAGGIO CHE NON HO FATTO
THE JOURNEY I NEVER MADEDue donne si incontrano in una stazione. Petra ĆØ una migrante dei giorni nostri, straniera in Italia, sta per tornare al suo Paese dopo anni di assenza. Silvia ĆØ un’italiana degli anni cinquanta e si prepara ad emigrare. Sono chiuse in una stazione dove i treni sono soppressi. Tra timori e diffidenze il dialogo tra di loro si fa strada. La stazione si affolla via via di un coro di migranti di diverse epoche e luoghi, le loro voci si inseguono come in una fuga musicale e ci fanno vivere la partenza, il viaggio, l’arrivo e ancora la partenza. Quando l’affollamento si ĆØ fatto insopportabile, un treno si avvicina.
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SE LA TERRA TREMA
Lei, forse, ĆØ l’unica superstite di un terremoto, di una cittĆ abbattuta, di un aereo caduto, forse si ĆØ persa allontanandosi dal gruppo fuggitivo … situazione che le ha causato cecitĆ : provvisoria? definitiva? Un video a dirci che le cittĆ si sgretolano, ma lei ĆØ portatrice di fiducia nella vita. Tra tenerezze e passioni tra parole e danza si assiste alla ricostruzione di una identitĆ femminile che rintraccia, nella memoria, accadimenti del contesto familiare che la vide, pur nella povertĆ , felice. Il pubblico si confronta sia con l’estraneo sia con lo straniero che ĆØ dentro di lui/noi e intuisce, che non vi ĆØ sud nel mondo, se non nel modo con cui ognuno guarda l’altro/a e tutte le diversitĆ , oppure nel modo con cui dĆ valore a ciĆ² che ha consistenza materiale: casa, oggetti, indumenti: il mondo che ci rassicura. Ma io esisto nella misura in cui riconosco il diritto a esistere, con pari dignitĆ e attenzione all’altra/o fuori da me e che, diversamente da me, attraversa difficoltĆ che la mia esperienza non conosce.
Lei costruisce nuova speranza perchĆØ, come scrive la filosofa M. Zambrano: la vita vuole vivere.
E l’autrice aggiunge: nonostante il dolore. -
PANNI SPORCHI
La vicenda si svolge in una lavanderia a gettoni. Lorenzo, uomo di circa 40 anni, resta bloccato per un guasto alla lavatrice in cui ha messo il suo bucato. Deve attendere l’arrivo del tecnico in quanto la societĆ di manutenzione non si rende responsabile per il bucato eventualmente abbandonato. In attesa del tecnico, Lorenzo incontra vari personaggi che per motivi diversi frequentano la lavanderia espressa. Vasco, barbone che in pratica vive lƬ dentro a causa di una recente e dolorosa separazione dalla moglie. Valentina, spogliarellista e aspirante editrice, che essendo stata chiusa fuori casa dal coinquilino deve lavare asciugare e stirare i vestiti che indossa per recarsi ad un appuntamento di lavoro fondamentale, Antonella, il primo amore di Vasco, che non ha mai smesso di amarlo nonostante sia stata da lui lasciata per sposare un’altra e Amanda la ex di Lorenzo che si reca nella lavanderia per chiudere definitivamente la partita con Lorenzo. In contro tesi col proverbio secondo il quale “I panni sporchi si lavano in casa” tutti i personaggi si trovano a raccontare le loro vicende e piccole tragedie dentro la lavanderia a gettoni. Una umanitĆ smarrita e centrifugata da una societĆ che lascia sempre meno spazio alla poetica della vita e che obbliga molti a scelte che poco hanno a che fare con i loro sogni. Ma lavarsi la coscienza, da ai vari personaggi la possibilitĆ di sperare che alla fine la ruota possa girare a loro favore, proprio come gira il cestello della lavatrice che lava i panni sporchi.
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IL VANGELO SECONDO ANTONIO
Don Antonio, un parroco di una piccola comunitĆ , vicario generale del vescovo, si ammala di Alzheimer. Al suo fianco la sorella, devota perpetua dal carattere rude e un giovane e candido diacono. La malattia colpirĆ la mente brillante di questo sacerdote e nulla sarĆ piĆ¹ come prima: i congiunti si muoveranno a tentoni in un terreno per loro sconosciuto, con rabbia, insofferenza e shock. Don Antonio, entrato nella nebbia, inizierĆ a perdere tutti i riferimenti della sua vita ma allaccerĆ un rapporto nuovo e singolare con Cristo che porterĆ avanti anche quando, alla fine, si sarĆ dimenticato della malattia stessa. Il racconto della malattia, condito dell’involontaria comicitĆ che si porta dietro, ĆØ anche il pretesto per riflettere sulla fede e sul senso religioso che ognuno di noi, volente o nolente, ha dentro di sĆ©.
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IL DISCORSO DEL CAPITANO
“Si parte tra i puntini, anzi, tra le puntine, si arriva tra le stelle, lƬ dove fu calciato quel giorno l’ultimo pallone di Francesco Totti. E in mezzo c’ĆØ il discorso del capitano che ĆØ una sorta di dichiarazione dei diritti dell’uomo, la proclamazione d’indipendenza del mondo, la magna carta di Roma, la letterina di Natale del figlio piĆ¹ amato, ma scritta a maggio e valida per tutta la vita.
Il romanzo di Manfridi riconosce un posto nella letteratura al discorso di Totti, che quel giorno ĆØ stato piĆ¹ Totti che mai, senza aver segnato, senza aver inciso, se non per il fatto di essere in campo in quei minuti finali di una partita che ci ha spaventato e poi fatto esultare e poi ridere e poi piangere come se fosse la summa di tutte le partite del mondo.”Dalla prefazione di Daniele Lo Monaco
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LA PARTITELLA
“Uno sterrato ai piedi di una scarpata su cui passa un cavalcavia. Sul terriccio grumoso, due linee di gesso bianche. Si tratta del corner di un campetto di calcio presso cui, sin dalle prime ore dell’alba, affluiscono vari ragazzi e ragazze che, disertando la scuola, si sono lƬ dati appuntamento per una partitella di cui gli uni saranno protagonisti e le altre spettatrici. La situazione, solo marginalmente legata all’evento calcistico, ĆØ tale da consentire un intreccio di racconti. Piccoli grandi amori… ansie di crescita… sogni di trionfi futuri… progetti matrimoniali… e quant’altro ancora puĆ² immaginarsi come alimento fantastico di quell’ineffabile etĆ di passaggio che ĆØ possibile individuare nel valico tra l’ultimo anno di scuola e il primo di universitĆ , o di lavoro.
L’etĆ delle prime occasioni, delle grandi attese, del futuro che incombe”Dall’introduzione dell’Autore
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Appunti e riflessioni sull’opera di GIUSEPPE TROCCOLI
Il presente studio ĆØ stato oggetto di tesi all’esame di maturitĆ di Carlo Forace.Tenuto nel cassetto per tanti anni, oggi l’autore, senza nessuna pretesa letteraria, sente la necessitĆ di pubblicarlo in quanto docente dell’Istituto Comprensivo di Lauropoli, dedicato per l’appunto a Giuseppe Troccoli. Tale bisogno scaturisce dalla non conoscenza, dei docenti e degli alunni, dell’importanza del poeta-scrittore Giuseppe Troccoli, nato a Lauropoli nel 1901 e deceduto a Firenze nel 1962. Egli si ĆØ distinto a livello nazionale con la sua vasta produzione che si ĆØ articolata con poesie, romanzi, opere teatrali e saggi critici. L’occasione di avere uno strumento pratico e sintetico, secondo l’autore, ĆØ rilevante per dare la possibilitĆ ai docenti di utilizzarlo al fine di poter far conoscere e apprezzare ai ragazzi la valenza delle opere dello scrittore-poeta paesano al quale, giustamente, gli ĆØ stato dedicato l’Istituto Comprensivo.
Naturalmente la pubblicazione ĆØ rivolta anche ad altri, con l’obiettivo di appassionarli al passato e ai personaggi che sono vissuti in questo territorio.Tutto ciĆ² servirĆ a sviluppare la conoscenza delle”nostra” storia e quindi aumentare l’orgoglio di appartenenza alla propria terra, la quale ha tanto bisogno di essere amata e apprezzata, per poi veicolarla, con il contributo di tutti, verso un meritato sviluppo. -
QUI SONO NATO
Le fotografie di Nicola Caracciolo120 pagine, oltre 200 stupende foto. Il libro “QuƬ sono nato”, che raccoglie scatti del castrovillarese Nicola Caracciolo, raccontati da testi del giornalista Lucio Rizzica in una impaginazione del grafico Stefano Marcialis, ĆØ edito da La Mongolfiera. ComunitĆ , Terra, Sacro e Segno sono le bussole guida di questo affascinante percorso identitario di grande impatto, suscitato dall’amore per la propria Terra, per le proprie Origini e Radici.
L’opera, la prima per Caracciolo, tra tanto lavoro ed appostamenti a favor di luce, ancora una volta testimonia la sua capacitĆ espressiva e umana di saper catturare , rendere e fissare le immagini degli antichi manufatti per poi riproporli con un Cuore e forza straordinari, che non hanno mai “tradito” le peculiaritĆ dei luoghi natali. (da Il Dispaccio.it) -
RIFRAZIONI. Scritti in onore di Michaela Bƶhmig
Scritti in onore della professoressa Michaela Bohmig da parte di molti che ” hanno voluto restituire a Michaela, in segno di vicinanza, immagini rifratte della sua ricerca” I Curatori.
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ZOZĆS
(…) Il fatto ĆØ che in ZozĆ²s l’azione ĆØ totalmente delegata alla parola, e in questo sta il valore strutturalmente drammaturgico della lingua di Manfridi. Si tratta, qui, di un processo agito a livello psicoanalitico, in cui la rivelazione che Edipo ĆØ l’assassino di Laio, ma anche figlio dell’assassinato e di Giocasta, ĆØ – per dirla con Freud, che nell’Interpretazione dei sogni definisce l’Edipo Re come il paradigma del fenomeno psicologico – “gradualmente e ad arte approfondita e ritardata”. Una rivelazione in cui il riconoscimento ĆØ riconoscimento di sĆ©, e, allo stesso tempo, ĆØ una realtĆ in cui il destino dell’auto-agnizione si compie ripercorrendo in modo sempre piĆ¹ consapevole quegli stessi gradini inconsapevolmente discesi verso l’abisso oscuro del proprio essere. Un thriller verbale e psicoanalitico, insomma, in cui l’indagine poliziesca della concatenazione di eventi conduce al disvelamento della insopportabile veritĆ attraverso successive e inesorabili deduzioni, con un meccanismo a orologeria puntualissimo in cui ogni singola parola gioca il suo insostituibile ruolo.
Dalla postfazione di Claudio Boccaccini -
TRA LUCI ED OMBRE
Un insieme di testi indipendenti l’uno dall’altro ma uniti dal voler mettere in scena la “fragilitĆ ” dell’uomo, dell’essere umano.
Luci tenui accompagnano questi personaggi verso il loro destino vagando tra parole fatte d’incertezza e di speranza. Un linguaggio che varia, da uno stile piĆ¹ poetico, sino ad un linguaggio piĆ¹ moderno e piĆ¹ veloce. Stili diversi ma uniti da un uso intenso di pause e silenzi, colmati dalla bravura dell’ attore che deve essere capace di riempirli con la sua essenza. Un insieme di opere che mescola luci ed ombre dove ogni personaggio ha un segreto, un conflitto con sĆ© stesso e con gli altri. Dove tutto non ĆØ ciĆ² che sembra. (Dall’introduzione a cura dell’autore).“Il drammaturgo ĆØ colui che vive tra le luci e le ombre della scena”
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LA BANDA
LA BANDA racconta l’inaspettato e folgorante incontro di un militare di leva con la musica e l’arte, grazie ad una banda militare diretta da un semplice maresciallo. Il soldato Vigili, pur di sfuggire agli snervanti obblighi della naja, fa di tutto per entrare a far parte della Banda della sua caserma, e si ritrova affascinato dalla personalitĆ trascinante del maresciallo Bellini, eroico inventore e animatore di un gruppo di scalcinati, ma via via sempre piĆ¹ entusiasti, musicisti. La musica ĆØ l’altro elemento protagonista della storia, presente con la forza trascinante dello swing e le atmosfere romantiche di Glenn Miller, alternate alle marce da parata a volte giocose, a volte malinconiche, ma sempre popolari e di grande suggestione. Il racconto di un’avventura musicale e umana, che va ben oltre le mura di una caserma e ci riporta alla tradizione piĆ¹ graffiante della commedia all’italiana.
LA BANDA ĆØ diventato anche uno spettacolo prodotto dalla U.A.O. in cui il bravo e versatile Federico Perrotta interpreta tutti i personaggi. La regia ĆØ di Manfredi Rutelli, regista e autore con cui ho condiviso un lungo sodalizio artistico proprio sulla linea del teatro di narrazione. La musica, evocata o eseguita direttamente dal vivo a seconda dei debutti, ĆØ l’altro elemento protagonista dell’evento teatrale, con diversi ensemble musicali organizzati di volta in volta in giro per le piazze italiane. -
SE FOSSI UN PESCE
Una storia che mette a nudo la complessitĆ dell’essere umano a cominciare dai suoi sentimenti, nonostante i ruoli dei personaggi e soprattutto del protagonista: un prete fuori dal comune e fuori dagli schemi che ama con tutto se stesso, immerso nel multiforme acquario dell’identitĆ .
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FATA RICCIOLINA
Fata Ricciolina vi catapulterĆ come per incanto, in un magico regno abitato da fate bellissime e caratterizzato da un castello circondato da fiori coloratissimi, piante lussureggianti e case ricoperte di smeraldi, rubini, pietre preziose che diffondono riverberi degni dei pleniluni. Eā un regno in cui le regole fondamentali di vita sono: il rispetto reciproco, lāoperositĆ ,lāobbedienza alla Fata Regina.
Le fate subito attiraranno la vostra attenzione. Due tra loro sono bellissime, alte, slanciate ma incapaci di voler bene a chi sia diverso da loro o piĆ¹ amato dagli altri per un proprio talento o per il suo corretto comportamento. Una ĆØ, invece, una fatina
trovatella, ritrovata abbandonata da piccola e posta in una cesta messa avanti alla porta del regno. -
FLASHBACK: RACCONTI BREVI DI BIMBI MERAVIGLIOSI
Si tratta di una raccolta di 20 racconti brevi che si leggono tutti d’un fiato e che tracciano momenti fondanti della vita professionale dell’autrice insegnante di scuola primaria, sin dai primi anni settanta del secolo scorso in scuolette di campagna del nostro comprensorio. Ogni racconto ĆØ indicato con il nome di un alunno ed, in calce ad ogni pagina sono riportate delle “pillole” di saggezza pedagogica che molto bene riassumono il senso ed il significato educativo di quanto narrato.
dalla prefazione di Antonio Di Matteo