Valeria Moretti scrittrice e autrice teatrale vive e lavora a Roma. Ha già pubblicato per La Mongolfiera “Protagoniste” (1998), “Chez Serafina” (2001) e “Stellarum Opifice” (2010). Tra gli altri suoi libri ricordiamo “Il pennello lacrimato” (Il Lavoro editoriale 1990), “Scarpette da ballo” (Mondadori 2004), “I bottoni di Bettina” (Edizioni Corsare 2008). Nei suoi testi teatrali, rappresentati sia in Italia che all’estero, particolare attenzione va a figure femminili dell’arte e della letteratura: da Artemisia Centileschi a Frida Kahlo, da Marina Cvetaeva a Colette, dalle sorelle Bronté a Dorothy Parker passando per le estasi delle Mistiche, le voluttà della relazione tra Vita Sackville-West e Virginia Woolf e le scorribande di Alice nel Paese delle meraviglie in compagnia del reverendo Carroll.
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BALLATA NOTTURNA PER OSCAR WILDE
In occasione del debutto dello spettacolo musicale BALLATA NOTTURNA PER OSCAR WILDE, scritto da Valeria Moretti, diretto e interpretato da Gianni De Feo, è stato pubblicato il primo “organetto” dalla casa editrice La Mongolfiera. Un piccolo libro a forma, appunto, di ”organetto” che contiene alcuni estratti del testo. Si tratta di un affresco appassionato e ironico dove a narrarci la vita dello scrittore irlandese è un “curioso” personaggio inventato dall’autrice. Un’incursione nell’estetismo e nel decadentismo con inedite propaggini che ci conducono all’oggi.
Si affaccia anche, tra i teatri e i boulevards parigini dove la vicenda è ambientata, la vibrante presenza di Sarah Bernhardt, grande protagonista dell’epoca, che condivideva con Oscar Wilde il gusto della stravaganza e dell’eccesso.
L’”organetto” di Valeria Moretti propone insieme agli estratti del testo teatrale, alcune curiosità su personalità della Belle Époque come Cléo de Mérode, sulfurea “femme fatale”, icona della storia della fotografia riprodotta ovunque: dalle cartoline ai pacchetti di tabacco. Una pagina è dedicata alla contestata figura di Costance, moglie di Wilde, per la quale l’autrice spezza una lancia a favore. Per esempio ricorda che, seppur malata, volle recarsi lei stessa in carcere – dove il marito era recluso dopo la condanna per sodomia – per annunciargli la morte della madre. Il tutto corredato di immagini. -
STELLARUM OPIFICE
Celeste e altre figlieOh padre mio, voi che con quell’occhiale maraviglioso
le stelle avete avvicinato vicino e anco più vicino,
sapeste come anch’io desidererei prender con la mano
e serrare nel pugno quel che mi appare lontano e d’improvviso
farlo arrivar vicino e più vicino…Oh, mein Vater. Sie haben mit jenem wunderbaren
Glas die Sterne näher und näher gebracht. Wenn Sie
nur wüssten, wie ich mir auch wünschte, das anzufassen
und in die Hand zu schließen, was mir so weit
weg scheint, um es plötzlich näher und noch näher zu
bringen…Oh! Mon père, vous qui avec cette lunette merveilleuse
avez rapproché les étoiles, tout près et encore
plus près, si vous saviez combien moi-aussi je souhaiterais
prendre dans la main et serrer très fort ce qui
m’apparaît si loin et soudain rapprocher tout près et
encore plus près…La figlia di Galileo, Virginia, viene alla luce al fiorire di un nuovo secolo: il 1600. A 13 anni, per volere del padre, entra nel convento di San Matteo in Arcetri prendendo il nome di suor Maria Celeste. Galilei esplora i massimi sistemi, Celeste ha bisogno di una coperta per scaldarsi, chiede selvaggina per le consorelle malate e sogna una cella “tutta per sé”. Al padre invia collari imbiancati e medicine dalla spezieria del convento e, intanto, si strugge nel desiderio di vederlo: “Ah, se V.S. potesse penetrar l’animo e il desiderio mio come penetra i cieli…”.
La vicenda di Celeste rinvia ad altre figlie: da Minerva uscita dalla testa di Giove a Tatiana Tolstoj, da Eleonor Marx ad Anna Freud senza dimenticare
Matilde Manzoni: “Vero, caro papà, che se dovessi star male tu verresti?”.* * *
Die Tochter von Galileo, Virginia, kommt zu Beginn des XVII Jahrhunderts zur Welt. Im Alter von dreizehn Jahren tritt sie, nach ihres Vaters Willen, in das Kloster San Matteo in Arcetri ein und nimmt den Namen Schwester Maria Celeste an. Galilei erforscht die hauptsächlichen Weltsysteme; Celeste braucht dringend eine Decke, um sich zu wärmen, sie bittet um Wildbret für die kranken Mitschwestern und träumt von einer Zelle „nur für sich”. Dem Vater schickt sie gebleichte Kragen und Medikamente aus der Klosterapotheke und vergeht inzwischen vor Sehnsucht, ihn wiederzusehen: „Ach, mein geliebter Herr Vater, wenn Sie in meine Seele und in mein Verlangen eindringen könnten, wie Sie in den Himmel eindringen…”
Celestes Leben verweist auf andere Töchter: die aus Jupiters Kopf entstandene Minerva, Tatiana Tolstoj, Eleonor Marx und Anna Freud, ohne
Matilde Manzoni zu vergessen: „Stimmt es, lieber Vater, dass du kommen würdest, falls ich krank wäre?”* * *
La fille de Galileo, Virginia, vient au monde à l’aube d’un nouveau siècle: le XVIIème. A 13 ans, selon la volonté de son père, elle entre au couvent de San Matteo in Arcetri, adoptant le nom de Soeur Maria Celeste. Galileo explore les plus grands systèmes, Celeste a besoin d’une chaude couverture,
demande du gibier pour ses consoeurs malades, et rêve d’une cellule “toute
pour soi”. Elle envoie à son père les rabats de cols blanchis ainsi que des
potions de l’herboristerie du couvent tandis qu’elle brûle du désir de le voir: «Ah! Si mon Seigneur Père pouvait pénétrer mon âme et mes désirs comme il pénètre les cieux…».
L’histoire de Celeste rappelle d’autres filles célèbres: Minerve, née du cerveau de Jupiter, Tatiana Tolstoï, Eleonor Marx, Anna Freud et enfin, Matilde Manzoni: “N’est-ce pas que tu viendrais, mon cher père, si j’étais souffrante?”Traduzioni del testo teatrale:
Dorica Poggi in tedesco
Michel Rocher in francesePadre che sei nei cieli
di Manuela FraireGalileo Galilei
di Bernd BergeEin nachmittag bei den klarissen
di Jenny KirschblumMon Père
di Maria LaboritUne ombre sur le mur
di David HaziotTEATRO 53
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CLARA SCHUMANN
“Cosa significa essere “rivale” del proprio consorte (pianista riuscita lei, pianista fallito lui per assurdi esperimenti cui sottopose le dita fino a rovinarsi una mano)? Come si concilia la propria carriera con la maternità (otto figli in quattordici anni, con il quinto, Ludwig, anche lui malato di mente)? Come si convive sedici anni con un genio? Qual è la propria responsabilità, nella sua lotta durata oltre un quindicennio, contro la follia? Ciò che avvince nel monologo-confessione di Clara è che essa ci viene porta senza infìngimenti, ma anzi come l’ammissione di una scoperta disarmonia interiore, se non proprio un dissidio tra sé e l’altro da noi”.
dalla prefazione di Guido Davico Bonino
TEATRO 46
Testi in italiano
in francese (en francais)
in croato (na hrvatskome)Traduzioni del testo teatrale
Anne Manceron in francese
Sandro Damiani in croatoInterventi critici
Dissonances
di David HaziotSchumann,
ludilo u vrijeme karnevala
di Miljenko Jergovié“Il tuo amore è la mia vita”
di Angela Annese -
STELLARUM OPIFICE
Omaggio a Suor Maria Celeste GalileiLa figlia di Galileo, Virginia, venne alla luce al fiorire di un nuovo secolo: il 1600. Nacque dalla relazione illegittima dello scienziato con Marina Gamba di Venezia. Dopo il suo tredicesimo compleanno Virginia entrò nel convento di San Matteo in Arcetri prendendo il nome di suor Maria Celeste.
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CHEZ SERAFINA
Contessa di CagliostroParigi. Fine settecento. Mancano pochissimi anni alla Rivoluzione Francese. Un salotto: una singolare padrona di casa e un gruppo di ospiti altrettanto particolari:
siamo al volgere del razionalismo secolo dei Lumi, Serafina, emulando il marito, il famoso Conte di Cagliostro, ha fondato una “sua” loggia massonica femminile di rito egizio. Le fa da aiutante e cerimoniere un personaggio inquietante, ironico e malinconico, nè uomo nè donna ma forse sintesi di entrambi i sessi, che accoglie le visitatrici e le aiuta nel viaggio di iniziazione… -
PROTAGONISTE (tre atti unici)
In questo libro in tre atti l’autrice dà prova della propria fantastica creatività, la quale ha il pregio di dare alla fantasia i colori della realtà e viceversa e di essere al tempo stesso storia e confessione. La doppia consistenza di questa materia, ha trovato una precisa collocazione nelle tre opere: Marina e l ’altro; una tavolozza rosso sangue e la Viola di Prato. Sulla scena ad interpretare Marina e l’altro e la Viola di Prato Pamela Villoresi mentre Elisabetta Pozzi ha dato vita alle tre protagoniste di Una tavolozza rosso sangue.