Renato Pagliaro vive e lavora a Morano, in Calabria.
La sua ricerca fotografica si concentra, oltre che nella sua regione d’origi- ne, anche in Sudamerica, dove medita sempre di ritornare.
Le sue mete di viaggio sono diventate il soggetto di un ritratto esistenziale, ricco di intensi primi piani sugli aspetti della vita quotidiana e, in particolare, sul fenomeno dell’emigrazione.
I lavori realizzati si prestano ad una lettura molteplice e attestano in maniera esemplare, muovendosi agilmente tra dimensione privata, memoria storica e invenzione artistica, quanto sia preziosa e vitale per l’autore una duplice identità “calabro-latinoamericana”.
Una ferma determinazione unita ad una effervescente vena ispiratrice gli hanno consentito di conseguire, in pochi anni, un risultato di intenso spes- sore culturale: dall’Italia al Brasile, all’Uruguay, all’Argentina, un percorso virtuale che si trasforma in viaggio reale.
Il lavoro che Renato Pagliaro ha svolto nel campo della fotografia lo ha portato a costruire, partendo da quella che era una semplice passione, una ricca antologia di immagini: queste rappresentano un esempio importante per coloro che sanno fare della fotografia strumento di interpretazione e valorizzazione dei beni territoriali e ambientali.
Sempre più si sta diffondendo anche in Italia, sulla scia di esperienze estere già consolidate, la consapevolezza che la nostra memoria storica deve trovare certezza di conservazione anche attraverso l’uso delle immagini, e sempre più le pubbliche amministrazioni, gli enti locali, trovano nel lavoro dei fotografi lo strumento più adatto a soddisfare questa esigenza.
Il salto di qualità che contraddistingue una missione fotografica d’autore da un mero compito di documentazione territoriale o sociale, sta nella capacità del fotografo di interpretare, di creare delle suggestioni e delle emozioni, che vadano ad arricchire il patrimonio della memoria accompagnando le immagini.
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80 VOGLIA DI MORANO
Questo primo numero di Renato Pagliaro è particolarmente adatto alla costituzione di una collana editoriale, dove la pubblicazione della fotografia si accompagna alla letteratura, alla poesia, all’arte, alla musica, alla storia, alla memoria, oppure sottintende uno studio di rapporti sociali e di tradizioni popolari.
Si tratta, dunque, pur nella veste editoriale agile e piacevole della raccolta di tavole a colori, di un’opera complessa che vuole stimolare gli enti pubblici, le aziende private e gli amanti della fotografia, a eventuali collaborazioni, con il fine di riscoprire i tesori della Calabria.
Importante, indispensabile e di spessore storico-culturale l’intervento del prof: Biagio Giuseppe Faillace, studioso e autore di numerose pubblicazioni che approfondiscono gli aspetti etno-linguistico-antropologici dell’area calabro-lucana del Pollino. -
A SUD DELLA MIA ANIMA
Viaggiatore attento e fotografo raffinato, Renato Pagliaro si fa anche narratore, ordinando “a specchio” immagini straordinariamente dense ed efficaci e narrazione scritta. Ne risulta una descrizione duplice di un suo reiterato percorso, che lo conduce in forma circolare da Morano Calabro alle città latinoamericane – Salvador da Bahia, Rio de Janeiro, Porto Alegre, Montevideo, Buenos Aires – e da queste di nuovo a Morano. Il viaggio diviene autobiografia e reportage, documentazione e fiction ad un tempo.
Il libro si presta ad una lettura molteplice ed attesta in maniera esemplare, muovendosi agilmente tra dimensione
privata, memoria storica e invenzione artistica, quanto sia preziosa e vitale per l’autore una duplice identità “calabro
latinoamericana”. È più che mai importante conservare e valorizzare questa molteplicità e questa apertura al mondo, in tempi in cui anche Morano e la Calabria sì trovano a ricevere per la prima volta gli immigrati da molti sud del pianeta.Vittorio Cappelli
A metà tra reportage giornalistico e racconto di una discesa nella propria anima. Il viaggio di Renato Pagliaro collega i Sud e le profondità del mondo nell’incontro di sguardi e di mani. Un’esperienza vissuta e narrata con immagini e parole.
Bernardino Cozza