Paolo Bignami è un autore teatrale e insegnante nelle scuole superiori, noto per la sua drammaturgia attenta ai temi della contemporaneità.
Inizia la sua carriera nel cabaret, per poi sviluppare un percorso di ricerca teatrale che lo porta a vincere prestigiosi premi.
Premi ricevuti
- Premio Fersen (2003) con Ho perso la mia coda
- Premio speciale Enea Ellero (2004) con Il sogno di Evelina
- Premio Aenaria (2015) con Lo spazio vuoto
- Premio Tragos (2017) con segnalazione Vincenzo di Lalla
- Premio Mario Fratti (2017) per Il paese delle facce gonfie
Le opere teatrali di Paolo Bignami hanno avuto riconoscimenti anche a livello internazionale. Nel 2017 il testo Il viaggio che non ho fatto, vincitore del Premio DoveComeQuando, viene rappresentato al Cherry Lane Theatre di New York. Nel 2022, Il paese delle facce gonfie arriva al Tank Theatre di New York, confermando il valore della sua drammaturgia oltre i confini italiani.
Pubblicazioni
Con La Mongolfiera Editrice, Paolo Bignami ha pubblicato diversi testi teatrali di rilievo, tra cui:
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LO SGUARDO DI POLIFEMO
Polifemo e Sirena, due giovani che si sono dati nomi dai riverberi antichi, immersi nella contemporaneità e nel mare del web, sono due solitudini che entrano in relazione. II canto ammaliatore di lei e lo sguardo senza profondità di lui, in rete assumono nuovi significati. I protagonisti sono immersi in una tecnologia pervasiva, con cui bisogna fare i conti, che li aiuta a superare i propri limiti e nel contempo li priva di parti di sé. Lui non vede, lei non parla più, ma l’umanità, la storia personale, la memoria e il dialogo riescono ancora a prendere la scena.
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ITALIA
Ballata per animi inquietiUn figlio torna dalla madre dopo una lunga assenza i cui motivi vengono via via svelati. La madre, rimasta vedova, pare non lo riconosca. L’immaginario di lei si muove, come in un ballo, tra dimenticanze e ricordi di momenti del passato, più o meno lontani, a volte gioiosi, non sempre facili. La comprensione tra i due fatica a farsi strada tra i ricordi, il non detto e gli equivoci. Tra di loro sembra essersi generata una frattura che gli impedisce di comunicare. E’ la frattura tra due mondi, quello della cultura contadina a cui entrambi appartenevano e quello senza scrupoli degli affari e del guadagno facile e veloce, che non guarda in faccia a nessuno. Lei pare non dare spazio al dialogo, ma il figlio ha qualcosa da dirle…
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IL VIAGGIO CHE NON HO FATTO
THE JOURNEY I NEVER MADEDue donne si incontrano in una stazione. Petra è una migrante dei giorni nostri, straniera in Italia, sta per tornare al suo Paese dopo anni di assenza. Silvia è un’italiana degli anni cinquanta e si prepara ad emigrare. Sono chiuse in una stazione dove i treni sono soppressi. Tra timori e diffidenze il dialogo tra di loro si fa strada. La stazione si affolla via via di un coro di migranti di diverse epoche e luoghi, le loro voci si inseguono come in una fuga musicale e ci fanno vivere la partenza, il viaggio, l’arrivo e ancora la partenza. Quando l’affollamento si è fatto insopportabile, un treno si avvicina.
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IL PAESE DELLE FACCE GONFIETHE LAND OF SWOLLEN FACES
Una narrazione dai toni leggeri. Un uomo racconta un disastro annunciato, un disastro ambientale che avrebbe potuto essere evitato se si fosse dato ascolto a chi aveva a cuore la salute della gente. E’ un uomo che avrebbe voluto tornare bambino, quando le nuvole gli passavano sopra la testa ed erano desideri che aspettavano di prendere forma. Il bambino ritorna nel linguaggio e nello sguardo ingenuo e dissacrante sugli avvenimenti.
La storia, i luoghi e i personaggi sono di fantasia, ma tornano alla mente i grandi disastri che hanno danneggiato salute e ambiente, a partire dalla nube tossica di Seveso, via via fino ai nostri giorni, a testimoniare che poco si è imparato negli anni.