Maria Inversi è attrice, scrittrice e regista teatrale, ha pubblicato racconti, poesie, saggi e nel 2010 antologia di testi teatrali di autrici: “Io e l’Altra”. I suoi testi si occupano del disagio sociale e dei sistemi che lo creano. In scena: donne, madri, bambini, studenti, giovani e uomini che perdono il lavoro, dunque, chi ne paga il prezzo. Ha pubblicato poesia, saggi, racconti, un romanzo, testi teatrali e collettanei con varie case editrici.
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Parole di lei-Identità gravide -drammi e commedie vol.3
Restiamo ai bordi di tutte le vite, ma se ci interroghiamo e proviamo ad inventarle o reinventarle, scopriamo che nella creazione, ogni sospiro che narriamo comico o drammatico non può che farci dire: nulla è stato facile.
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LUI-LEI -drammi e commedie vol.2
Restiamo ai bordi di tutte le vite, ma se ci interroghiamo e proviamo ad inventarle o reinventarle, scopriamo che nella creazione, ogni sospiro che narriamo comico o drammatico non può che farci dire: nulla è stato facile.
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SE LA TERRA TREMA
Lei, forse, è l’unica superstite di un terremoto, di una città abbattuta, di un aereo caduto, forse si è persa allontanandosi dal gruppo fuggitivo … situazione che le ha causato cecità: provvisoria? definitiva? Un video a dirci che le città si sgretolano, ma lei è portatrice di fiducia nella vita. Tra tenerezze e passioni tra parole e danza si assiste alla ricostruzione di una identità femminile che rintraccia, nella memoria, accadimenti del contesto familiare che la vide, pur nella povertà, felice. Il pubblico si confronta sia con l’estraneo sia con lo straniero che è dentro di lui/noi e intuisce, che non vi è sud nel mondo, se non nel modo con cui ognuno guarda l’altro/a e tutte le diversità, oppure nel modo con cui dà valore a ciò che ha consistenza materiale: casa, oggetti, indumenti: il mondo che ci rassicura. Ma io esisto nella misura in cui riconosco il diritto a esistere, con pari dignità e attenzione all’altra/o fuori da me e che, diversamente da me, attraversa difficoltà che la mia esperienza non conosce.
Lei costruisce nuova speranza perchè, come scrive la filosofa M. Zambrano: la vita vuole vivere.
E l’autrice aggiunge: nonostante il dolore. -
Assenzio Artemisia Gentileschi e Marietta Tintoretto al bar
Il testo, così femminile, scorre senza intoppi e diventa lo spunto per riflettere non solo sui due diversi temperamenti delle artiste (Artemisia è la donna forte, mentre Marietta appare fragile) ma anche sui due stili pittorici e su due diverse visioni del mondo.
Francesca De Santis (L’Unità)
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IO COME QUESTI NON CI DIVENTO
NARCISA ALLE ALGHEOgni essere umano, almeno una volta, si è chiesto: “potrei io, diventare pazzo?” e un brivido gli ha attraversato la schiena mentre ne immaginava il volto e ne percepiva il suo primo soffio. Spirito/mente, mente/spirito, confini e sconfinamenti. La vita, insomma.
La storia narrata attraverso i personaggi: uomini e donne spartiacque del prima e dopo Basaglia, attinge qui e li a fatti realmente accaduti e all’esperienza di psichiatra e uomo di Luigi Attenasio (intervistato). Tra verità e invenzione, dunque, l’autrice cerca di raccontare la condizione spirituale degli internati che, nonostante il dramma che vivevano, sapevano essere spiritosi, buffoneschi, simpatici e teneri. Il testo, come la legge 180, rappresenta anche il dissolvimento della distanza tra medico e internata: Narcisa. Donna giovane che veniva “messa alle alghe” nuda nella convinzione che, tale materiale, poiché inerte (nullo il valore scientifico), avrebbe cancellato ogni pulsione vitale, anche quella preposta alla sopravvivenza della personalità.
Narcisa e Psichiatra compiono un atto d’amore nell’essere tramite di conoscenza non solo relazionale. E Narcisa, che non poteva che aver vissuto profonde delusioni sentimentali, finalmente, può fidarsi a un uomo, sa di potersi affidare a un uomo.
E’ in tale fiducia che va cercata quella speranza che auspica che vi siano giovani donne e uomini capaci di cambiare leggi vecchie (pensiero, sistema, azione) in leggi che costruiscano “ponte” indispensabile a fondare se non una nuova città, una nuova società. Al pubblico, giovane e meno giovane, lo Psichiatra sembra domandare: qual è la strada che dobbiamo percorrere noi “sani” per sentirci meno soli nelle nostre certezze?Maria Inversi (autrice) – Luigi Attenasio (psichiatra)
TEATRO 59