Ilaria è un architetto in prestito temporaneo alla scuola. E scrive. La sua Preside dice che Ilaria è un’insegnante in prestito temporaneo all’architettura. Effettivamente sono già trascorsi dodici anni dal primo giorno di scuola. Forse ha ragione la Preside. Resta il fatto che Ilaria scrive. Si ispira camminando, per chilometri e senza meta. Per ora scrive monologhi e le piace condividere ciò che scrive, quindi quando ha finito ed è sicura di aver prodotto qualcosa di decente, prende un teatro in affitto, fa gli scongiuri sperando di andare in pari con le spese e invita chi crede possa essere interessato ad assistere alla messa in scena delle avventure tragicomiche dei suoi protagonisti. Ilaria non ha vinto premi, forse perché non ha mai partecipato ai concorsi; forse, perché come sarebbe andata non lo sappiamo. Ha vinto qualcosa che non ha bisogno di trovare collocazione su una mensola, e questo è un bene date le dimensioni ridotte della sua casa. Regalare una serata di relax, riflessioni e risate a chi vive in una città con le buche, le manifestazioni, i ministeri, i pellegrini, i pendolari e il traffico è IL PREMIO. Ilaria vive a Roma.
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LA CASA
“Succede che la vita ti colpisca talmente forte da stordirti e non riconoscere più nulla di ciò che hai intorno. E allora ti viene voglia di allontanarti da tutto, di camminare verso una meta inafferrabile: l’oceano! Ma quell’andare casuale, quell’inciampare nelle storie degli altri, inaspettatamente, si trasforma nel viaggio sorprendente che ti restituisce lo sguardo sul mondo e la forza di desiderare ancora”.
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LA STRADA É PIÙ BREVE AL RITORNO
Cosa hanno in comune un ragazzo che cerca lavoro, conquista la fiducia del capo e rischia di morire con il polonio, una professoressa che per aiutare un suo alunno finisce in un rave notturno e rischia di farsi arrestare per oltraggio a pubblico ufficiale e una ragazza che prima di convolare a nozze deve far scagionare i suoi invitati dall’accusa di furto e affrontare il rapimento della wedding planner? Niente. O forse il coraggio di affrontare le proprie paure e la capacita di districare quasi con successo le tragicommedie in cui inciampano senza mai perdere completamente l’equilibrio.
Tre voci che per un attimo emergono dal chiacchiericcio dei clacson. L’attimo prima di tornare a casa.