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IL CIELO SOPRA BAGHDAD
Diario di un viaggio in IraqCi vengono incontro per non essere lasciati soli questi bambini di Baghdad. Per dire che ci sono. Ci sono per essere vivi. Ci chiedono di non essere uccisi da bombe e missili.
Ci chiedono un futuro dentro al mondo perché è del mondo che sono parte. Figli di padri e di madri con le mammelle della speranza prosciugate.
Padri, madri, figli. Orfani. Diseredati dal mondo. Sento che è la loro grazia che mi assale. Questa è la magnifica verità che da lontano sospettavo e che ora mi danza intorno: gioia che si veste di oscura tragedia; fuoco di vita che vuole esser vivo, liberarsi dall’ombra della morte: nel giorno prima… delle mille e mille e una notte su Baghdad.
Sto fermo, irrigidito nella dolcezza di questa magnifica allegria, mentre Beppe scatta, dribbla, gioca con la folla dei bambini, scalciando una palla di stracci, si porta dietro tutte quelle voci squillanti – Totti! Baggio! Baggio! Totti! – Tutto e tutti intorno si muovono, partecipano con entusiasmo, muovono le gambe, si lanciano insieme nel gioco tramenando all’unisono da una parte all’altra dello spiazzo, tagliando l’aria con le grida, roteando nella polvere generosi, in una gioia finalmente esplosa, si chiamano fra loro: Ruha, Zuabi, Labadi, Whaib, Saad, Gazy, Hamidai, Mohadi, Oudah, Sahli… -
ALLE PORTE DI ALESSANDRIA
L’antologia poetica di Giuseppe Goffredo non deve trarci in inganno. Il supporto è cartaceo. Ma è impastato con un DNAfattosi inchiostro. In queste pagine c’è del sangue, del sudore. Ci sono delle viscere, un cuore, un occhio che guarda, un respiro profondo, tracce di umori e linfa. Qui c’è un pensiero ‘simile a un campo minato’che attraversa periferie di esseri ‘dannati a sperare’. Vi sono ore meridiane di solitudine che trasudano e moti subitanei di risveglio al mondo. Qui c’è un corpo. La sua anima si aggira ‘tra timo e mentaccio’mentre ‘i cardi se la ridono’. Ma i cardi non sono i soli. E d’altronde non sempre se la ridono.
dall’Introduzione
Toni Maraini