Regista, autore e attore calabrese, nel 1992 fonda con Saverio La Ruina la compagnia Scena Verticale e dirige dal 1999 Primavera dei Teatri, festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea. Dal 2013, con la compagnia, è titolare della residenza teatrale Progetto More al teatro Morelli di Cosenza. Nel 2012 è fondatore e frontman della Omissis Mini Orchestra. I suoi lavori sono presenti nei maggiori festival e teatri italiani e all’estero, tra gli altri La stanza della memoria (1996), de-viados (1998), Kitsch Hamlet (2004), Luigi Sturzo. Le tre male bestie (2007), U Tingiutu (2009), Morir sì giovane e in andropausa (2012).
Dal 1999 conduce laboratori permanenti di educazione all’espressività presso l’Associazione Famiglie Disabili di Castrovillari; dal 2011 dirige la Scuola di Teatro Carpe Diem a Rossano Calabro (CS) e dal 2013 al 2017 la Scuola di Teatro More a Cosenza.
La Stanza della memoria (La Mongolfiera, 1998), scritto con Saverio La Ruina, è stato segnalato al Premio Nazionale Teatrale Città di Reggio Calabria ’96. U Tingiutu. un Aiace di Calabria (Abramo Editore, 2010) è stato finalista al Premio Riccione per il Teatro 2009.
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IL VANGELO SECONDO ANTONIO
Don Antonio, un parroco di una piccola comunità, vicario generale del vescovo, si ammala di Alzheimer. Al suo fianco la sorella, devota perpetua dal carattere rude e un giovane e candido diacono. La malattia colpirà la mente brillante di questo sacerdote e nulla sarà più come prima: i congiunti si muoveranno a tentoni in un terreno per loro sconosciuto, con rabbia, insofferenza e shock. Don Antonio, entrato nella nebbia, inizierà a perdere tutti i riferimenti della sua vita ma allaccerà un rapporto nuovo e singolare con Cristo che porterà avanti anche quando, alla fine, si sarà dimenticato della malattia stessa. Il racconto della malattia, condito dell’involontaria comicità che si porta dietro, è anche il pretesto per riflettere sulla fede e sul senso religioso che ognuno di noi, volente o nolente, ha dentro di sé.
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LA STANZA DELLA MEMORIA
Il testo nasce dall’urgenza di aprirsi e dialogare con quelle emozioni e quelle immagini che dal passato risalgono alla memoria, ripercorrendo con affettuosa ironia la storia di una comunità sociale calabro-lucana nel periodo compreso tra gli anni 30 e gli anni 80. Un musicista e la sua fisarmonica, anima e voce popolare, accompagnano questo viaggio temporale, creando un contrappunto di suoni, rumori e battute. La vicenda ruota intorno a nonna Francesca e al mondo che la circonda. Saverio e Dario, nipoti della ormai vecchia Francesca, ci accompagnano in questo itinerario emozionale. Il mondo contadino e il suo crepuscolo, l’avvento del mondo industriale, l’emigrazione, la mutazione dei valori, il passaggio generazionale, l’epoca del boom con nuove dinamiche sociali e con culti e modelli emergenti. Il testo ha ottenuto una segnalazione al premio nazionale teatrale Città di Reggio Calabria 1996. È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Scena Verticale di Castrovillari (Cs).