Dante Maffia è nato in un paesino della Calabria, Roseto Capo Spulico, sul mare Jonio, quello di Ulisse. Si è laureato a Roma in Lettere, ha insegnato in varie scuole, ha viaggiato molto invitato dalle Università americane, africane, giapponesi ed europee, ha creduto e crede che la poesia sia ancora in grado di dare senso alla vita perchè “offre il divenire della conoscenza e la consapevolezza di esistere”. Ha pubblicato moltissimi volumi di poesia dopo “II Leone non mangia l’erba” avallato da Aldo Palazzeschi, e poi tantissimi romanzi, vari profili, importanti saggi critici e opere teatrali. Ha vinto tutti i premi di poesia italiani, compresi “il Viareggio, il Camaiore, l’Alda Merini, il Tarquinia-Cardarelli, il Citta di Pistoia, il Frascati, il San Vito al Tagliamento”.
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IL COMPUTER PETULANTE
Questo secondo volume di teatro si muove con maggiore adesione ai temi sociali, come ha rilevato Giovanni Spedicati nella sua bellissima Prefazione.
Alla dedica a Roberto D’Alessandro avrei dovuto aggiungere i nomi di Maria Teresa Armentano, Matilde Tursi, Maria Teresa Ciammaruconi, Francesco Perri, Giancarlo Rango, Maurizio Martena, Salvatore Puntillo, Anna Milieni, Giuseppe De Rosis, Claudio Boccaccini, Fausto Cigliano, e, alla memoria, quelli di Carlo Lizzani, Dario Fo, Achille Millo, Sergio Endrigo, Riccardo Cucciolla, Aldo Fabrizi e Jorge Luis Borges, ma così avrei sminuito un poco il peso della dedica a Roberto che ha creduto nel mio essere teatro perennemente, anche nella quotidianità.
Ho già raccontato nel Primo Volume del mio non rendermi conto che i miei romanzi e la mia poesia si prestavano alla scena mentre scrivevo in silenzio di teatro. La vocazione è una cosa e forse l’inclinazione un’altra. Non so. Ma i miracoli, in letteratura esistono.(dalla premessa dell’autore)