LA CASTELLANA (un noir)
e altri testi per attrice solista
12,00€
Eszrébet Bàthory è stata la prima serial killer iscritta nella storia del crimine. Più di seicento le sue vittime. Tutte fanciulle vergini dal sangue fresco, destinato a farsi cosmetico per la pelle della loro carnefice.
Un personaggio reale da cui nasce una creatura scenica densa di enigmi.
lei, infatti, la protagonista del noir che apre questa raccolta di ritratti al femminile. Un nugolo di donne violente e intemperanti, buffe e maldestre, affascinanti e ribelli. I sei testi pubblicati sono stati scritti in un largo ventaglio di anni che va dall’85 (secolo e millennio scorsi, dunque), al 2007.
Il primo a nascere è stato Kitty, l’ultimo La costellano (un noir).
Intervista ai parenti delle vittime e La schiava sono stati scritti negli anni Novanta. L’arpista, scritto negli anni Ottanta, è stato ripreso e modificato agli inizi del 2000.
Tranne Kitty e D’improvviso (che curiosamente condivide col primo la chiamata in causa di un criceto), gli altri pezzi che presentiamo hanno subìto nel tempo rifacimenti e integrazioni sino a giungere alle versioni attuali, del tutto inedite.
TEATRO 70
SKU: | 978-88-96254-53-0 |
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Category: | Teatro |
Anno | 2015 |
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Autore | |
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Il caso fedra
Importante lavoro teatrale dell’autore che ha rivisitato le figure di tre protagonisti, Fedra, Ippolito e Teseo con caratteri moderni ma legata per ambientazione e stilemi al mondo classico. Nell’aver enucleato e seguito queste tre nuovissime situazioni psicologiche e esistenziali, per indagarle e rilevarle, è il gioco e la qualità dell’autore, che, se da una parte chiama il pubblico a giudicare fatti e persone, dall’altra non giudica lui stesso e lo mette in grado di non poter giudicare, proponendo tre verità plausibili, intime, ognuna con una sua necessità. L ’autore utilizza la scrittura metaforica e ricca di simboli e richiami poetici della grande tragedia classica, ove reinventa di propri con qualità mimetiche e moderna coscienza.
È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Coop.Argot di Roma, con interprete principale Pamela Villoresi (Fedra) per la regia di Maurizio Panici. -
MARLENE
Nel nome della protagonista – Maria Magdalena – é già segnato il percorso umano e artistico che per decenni e fino ai nostri giorni, ha sollecitato l’immaginario collettivo, consegnando al mondo l’icona di una bellezza prima ferocemente costruita e poi tenacemente mantenuta fino all’inevitabile declino.
Di questa discesa il testo di Manfridi é testimonianza. Marlene é una “via crucis” dolorosa, che parallelamente all’alimentarsi del mito fa sprofondare la protagonista nelle pieghe più “umanamente degradate”: i rapporti con gi uomini, gli innumerevoli amanti, un marito che rimane sempre sullo sfondo, una figlia che si occupa di lei fino alla fine ma con cui ha un legame difficile.
Sullo sfondo si muove la Storia che cambierà l’ordine naturale delle cose: Marlene l’attraversa cercando comunque di proteggere il suo mito, essendo la prima icona moderna consegnata alla nostra inesauribile e insaziabile voglia di eterna bellezza attraverso le luci e le ombre create dal suo “mefistofelico” amante e mentore Joseph Von Sternberg.
Marlene come una riflessione sulla necessità di creare “miti” ma anche, soprattutto, la storia di una donna fragile/indistruttibie, sezionata nei suoi affetti, nei suoi rapporti, che impietosamente si mostra nella sua temibile alterità fino alla consegna finale attraverso uno struggente e infinito piano sequenza diretto dal suo maestro di sempre.
Un testo, questo di Manfridi, nella grande tradizione nordica che comincia con August Strindberg canta fino a Ingmar Bergmar.
Le canzoni saranno il filo rosso di questo spettacolo, per ricomporre pienamente il quadro di un’epoca fortemente dolorosa, segnata dalla guerra da cui disperatamente si cercava una via di uscita.
La scena è uno spazio mentale della memoria dove la protagonista ritrova le figure più importanti della sua vita in una “danza di morte” di strindberghiana memoria.Maurizio Panici
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LA VITTORIA SUL SOLE
“La vittoria sul sole (Pobeda nad solncem), rappresentata all’inizio di dicembre 1913 al teatro “Luna-Park” di Pietroburgo, è un esperimento moderno di opera d’arte totale: il libretto di Aleksej Kru?cënych, le scene ed i costumi di Kazimir Malevi ?c e, anche se in misura minore, la musica di Michail Matju?sin condividono non solo l’impeto dissacratorio nei riguardi dei valori della tradizione, ma sono accomunati soprattutto dal tentativo di creare nuovi linguaggi artistici in campo poetico, pittorico e musicale. Se l’operato degli autori trae le sue giustificazioni teoriche dall’atteggiamento iconoclasta del futurismo, il concreto lavoro artistico si ispira, oltre che al futurismo, a tecniche sperimentate nell’ambito del cubismo”.
Dalla postfazione a cura di Michaela Bohmig
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VOCI DALLA CITTÀ
I testi di questo libretto sono stati composti per Città in condominio, iniziativa realizzata per tre anni a Milano da un gruppo di autori (Mauro Carli, Renata Ciaravino, Carlo G. Gabardini, Renato Gabrielli, Renata M. Molinari, Giampaolo Spinato, Roberto Traverso, Tommaso Urselli) con il proposito di sperimentare diverse scritture per raccontare la città, coinvolgendo altri autori e attori.
I luoghi che hanno ospitato questi testi: a Milano il Teatro Out Off, il tendone di esterni, la Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi, l’Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare, il Progetto Stazioni del Teatro Arsenale; l’Arboreto di Mondaino (Rimini); il Festival Castel dei Mondi (Andria).
Hanno detto le parole di questo libretto: Silvia Baldini, Tommaso Banfi, Egidia Bruno, Marta Comerio, Jenny De Cesarei, Gianluca De Col, Francesca Perilli, Claudio Raimondo, Mario Sala, Tommaso Urselli, Elisa Zanolla.
Da questo materiale prendono vita due lavori:
Ma che ci faccio io qua? — immagini note parole per uno s-concerto sulla città, presentato a Milano al Teatro della Contraddizione nel marzo 2006 per la sezione Transiti, in collaborazione con il regista Paolo Trotti e il musicista Alberto N. A. Turra; una ulteriore evoluzione del lavoro viene presentata nel mese di maggio al Teatro della Cooperativa, per la rassegna Lavori in corso
Piccole danze quotidiane, presentato in forma di studio presso il Teatro Mohole, Milano, con la partecipazione di Monica Gallarate, Lucrezia Maniscotti, Maria Pietroleonardo, Pino Polimeni, Barbara Tonon. -
VINO DIVINO
(Ovvero la vera istoria del santo bevitore)Diplomatosi presso il “Centro di avviamento all’espressione” diretto da Orazio Costa a Firenze dove apprende il metodo mimico, segue i corsi del Laboratorio Nove sempre a Firenze, prosegue gli studi presso il Centro di Sperimentazione di Pontedera. Nel 1991 fonda la Compagnia Occupazioni Farsesche e si occupa della conduzione dei teatri di Scandicci, Pieve Santo Stefano, e Barberino del Mugello. Partecipa al primo allestimento del “Sogno di una notte di mezz’estate” per la regia di Glauco Mauri. Nel 1992 lavora con la Compagnia dell’Uovo di L’Aquila. Nel 1995 collabora con l’Università di Cincinnaty per la quale realizza lo spettacolo “Festino del Martedì Grasso” di cui è autore ed interprete sotto la regia di Malcom Fraser. Nel 1996 fonda, con Maurizio Annesi e Cristina Caldani, il Teatro San Leonardo di Viterbo con il quale partecipa alla realizzazione di numerosi spettacoli tra i quali “Harry’s Light” di cui è autore e regista, “Bella e la bestia” di cui è autore, si occupa della regia degli spettacoli “Remember my rame is Will” dai sonetti di Shakespeare, “La purga di Bebè” di Feydeau. Nel 1997 partecipa allo spettacolo “L’avaro di Plauto” di Lerici. Nel 2000 è protagonista dello spettacolo “L’asino d’oro” da Apuleio a fianco di Orso Maria Guerrini. Nel 2002 è Mercurio nello spettacolo Anfitrione di Plauto con Stefano Masciarelli. Nel 2003 lavora a diversi spettacoli tra i quali, “Morte di Galeazzo Ciano” di Enzo Siciliano, “La Tempesta” di Shakespeare, “Trapped” di Piermaria Cecchini. Da tre amni dirige il laboratorio permanente “Lo spettacolo possibile” a Viterbo.
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Falsi e Sciocchi pregiudizi (commedia in un atto)
Questa piccola commedia di un atto è nata in occasione delle recite dell’anno scolastico tenute dagli alunni della classe III sez.B del Liceo Classico di Cassano All’Jonio. Il risultato ottenuto propone lo squarcio di uno spaccato di mondo paesano con i morsi della disoccupazione, dell’emigrazione, dei beceri pregiudizi razziali, del contrasto tra mondo giovanile e adicate convinzioni degli adulti, del tenace attaccamento alla “roba” del rozzo “massaro”.
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PARTIRE È UN PO COME MORIRE
Questo lavoro teatrale in tre atti porta in scena, con un linguaggio semplice ed immediato, il dramma dell’emigrazione sotto l’aspetto storico-didattico, sin dalle sue origini, il suo sviluppo e le sue conseguenze. È stato messo in scena dal gruppo scolastico teatrale di Cassano Jonio.
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PATACIOC
ovvero
EROS E CIOCCOLATAI VOCE
Patacioc: che goduria!
Cioccolata-cioccolata calda, fondente, da leccare, da baciare, da ingoiare: cioccolata!!!
II VOCE
Cioccolato per godere, per gioire, per sublimare: gli affetti, l’amore, le gioie del sesso, il calore dei corpi uniti, sudati, intrecciati. Cioccolata fondente per fondere i nostri pensieri, per fondere la nostra mente, le nostre emozioni…Select options This product has multiple variants. The options may be chosen on the product page