Eccomi alla seconda “fatica” letteraria di Rodolfo Ritacca. Potremmo dire che il sig. Ritacca ci ha provato gusto a raccontare la sua vita e quella degli abitanti del suo paese e dei paesi limitrofi.
Anche questa volta lo ha fatto con tanta passione, con grande entusiasmo e con immenso desiderio di ricordare i tempi passati, vissuti in modo particolare nella sua San Sisto dei Valdesi, a cui egli è rimasto fortemente legato. Il paese che ti ha dato i natali non, si può mai dimenticare.
Nella sua prima opera “Orazio si racconta”, l’autore si è soffermato a ripercorrere i suoi anni verdi, vissuti intensamente nel suo luogo di nascita. L’opera, infatti, è costellata di numerosi ricordi personali, di luoghi a lui sempre cari, di persone, che sono rimaste sempre vive nella sua mente e nel suo cuore, di fatti lieti e tristi, che hanno segnato la sua vita, di usi, di tradizioni e di consuetudini che ora vanno sempre più scomparendo. E lo ha fatto con lucidità di idee, con totale padronanza dei contenuti e con un linguaggio chiaro e scorrevole.
Altrettanto si può dire di questa sua seconda pubblicazione, che l’Autore ha voluto gentilmente sottoporre alla mia attenzione prima di pubblicarla, per avere un giudizio, che è senz’altro positivo ed apprezzabile. Si tratta, lo dico con la massima sincerità e con piena convinzione, di un lavoro dignitoso e meritevole di essere consegnato alla stampa per portarlo a conoscenza dei lettori.
In questa seconda opera l’attenzione dello scrittore si sposta dal personale all’impersonale, dalla propria storia a quella della realtà circostante, di cui egli è stato sempre un attento ed acuto osservatore. Niente gli è mai sfuggito, ma tutto rimane sempre scolpito a caratteri indelebili nella sua mente. Non parla di sé stesso e delle sue vicende personali, ma della realtà in cui egli ha vissuto. Luoghi, fatti, persone sfilano davanti ai suoi occhi, che li osserva attentamente, li giudica serenamente e li presenta a noi per farceli conoscere e nello stesso tempo amare.
Gli anni, presi in esame, sono quelli che vanno dalla Prima Guerra Mondiale sino alla fine della Seconda e a quelli immediatamente successivi. La storia, sicché, fa da sfondo a tutte le vicende vissute e narrate. Anni difficili e caratterizzati da tristi vicende belliche e dal difficile periodo fascista, una delle pagine più tristi della nostra storia di tutti i tempi. La dittatura, la povertà, la miseria, la mancanza di viveri, l’emigrazione sono dall’Autore ricordate con tanta lucidità e con tanta condanna e severo disprezzo. Tempi duri per tutto il Paese e, in particolar modo, per il Sud, “Terra di emigranti”, come viene definito dal nostro scrittore corregionale Saverio Strati, scomparso di recente.
Si partiva per le lontane Americhe, per il Nord d’Italia e per i Paesi di là dalle Alpi. Oltre 300 persone, dice l’Autore, partirono dal piccolo San Sisto dei Valdesi per il Canada, da dove non tornarono più.
Non píù racconto autobiografico, ma vita di un intero paese: occupazioni, mestieri, lavori, dolci serenate alla propria “bella” con chitarre, con mandolini e con violini.
Grande attenzione egli pone nella descrizione dei lavori dei campi: la transumanza, la produzione del latte, la raccolta delle olive, la produzione dell’olio, la raccolta dell’uva, la produzione del vino, di cui tutti erano buoni amici. Mestieri e personaggi del paese sono ricordati con dovizia di particolari e con curiosi aneddoti. Le feste locali (Natale, Capodanno, Carnevale ecc.) vedono la partecipazione di tutto il paese. Giovani e vecchi scendono per le strade principali e il Leopardi direbbe “mirano e sono ammirati”. Una “gran festa” era anche l’uccisione del maiale, che era quasi un rito sacro e a cui prendevano parte parenti e amici, che poi mangiavano “u suffrittu” e bevevano a più non posso. Un libro, dunque, quello di Ritacca, che ci fa compiere un tuffo nel passato e ci fa confrontare la realtà di ieri con quella d’oggi, molto diversa. Un libro che ha l’obiettivo di ricordare per non dimenticare. Il tutto c’è presentato in uno stile semplice, confidenziale e abbastanza lineare. Un libro che fa nascere nel lettore il desiderio di andare avanti, per scoprire e conoscere un mondo, semplice e naturale, che il tempo, purtroppo, va cancellando sempre più. Complimenti sinceri, sig. Ritacca, e ad maiora semper…
Prof. Carmine Concistrè